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mercoledì 20 agosto 2014

Immigrazione: l'Ue getta a mare l'idea Frontex per Mare Nostrum


Scritto per Il Fatto Quotidiano del 20/08/2014

La Commissione europea getta a mare la speranza dell’Italia che l’agenzia Ue Frontex rimpiazzi Mare Nostrum. E si allontana l’obiettivo di realizzare una politica dell’immigrazione comune durante il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione.

Il tandem di presidenze mediterranee 2014, prima la Grecia, poi l’Italia, che non avrà pari nei prossimi 15 anni, potrebbe non riuscire a sbloccare un dossier che egoismi e inefficienze nazionali rendono complicato.

Un portavoce della Commissione europea ha ieri detto: “Tocca a tutti i Paesi dell’Ue fare di più” sul fronte immigrazione, perché Frontex è una piccola agenzia, “con un piccolo bilancio e senza guardie di frontiera, né navi né aerei” e non è in grado di intervenire da sola.
 
Il giorno di Ferragosto, il ministro dell’Interno Angelino Alfano - quello che nella crisi del 2011 evocava come una possibilità l’uscita dell’Italia dall’Ue - aveva sollecitato il subentro di Frontex a Mare Nostrum. E ora nega che vi sia un gioco di scaricabarile tra Roma e Bruxelles e accusa le fonti dell’Ue di dire “ovvietà”. “Mare Nostrum non potrà arrivare al secondo compleanno”.

Il portavoce europeo aveva affermato: “Siamo in contatto con l’Italia” e “non possiamo che essere d’accordo sul fatto che l’Ue nel suo complesso debba fare di più. Ripetiamo continuamente che gli Stati membri devono fare di più con mezzi e fondi”. E ha aggiunto che Bruxelles “riconosce pienamente il magnifico lavoro che sta svolgendo l’Italia” e “sta cercando di vedere insieme” cosa l’Unione possa fare in più.

Finora l’Italia ha avuto aiuti “senza precedenti”: circa 500 milioni di euro nel periodo 2007-2013 e 315 milioni di euro – più di tutti - nel periodo 2014-2020.

Che Frontex possa rimpiazzare Mare Nostrum è ipotesi irrealistica, mancando decisioni politiche e presupposti giuridici in tal senso. La priorità deve essere un rafforzamento di Frontex, il meccanismo europeo di controllo delle frontiere esterne dell’Unione.

Nella fase di transizione da una Commissione all’altra – l’Esecutivo Barroso dovrebbe uscire di scena il 1° novembre per lasciare il posto a quello Juncker -, è pure difficile fare giungere sul tavolo del Consiglio dei ministri dell’Ue, che devono riunirsi a settembre, proposte nuove oltre quelle già formulate dalla responsabile degli Affari Interni, la svedese Cecilia Malmstroem.

E la Malmstroem è in questo momento un altro anello debole del disegno italiano di giungere a decisioni sull’immigrazione nel semestre: diversi ministri si sono urtati, anche in modo gratuito, con la commissaria svedese, già confermata dal suo governo nella prossima Commissione. La Malmstroem intende però lasciare la responsabilità degli Affari Interni per assumere il portafoglio della Cooperazione allo Sviluppo.

La vicenda immigrazione alimenta dubbi sulla validità della scelta dell’Italia di puntare nel nuovo Esecutivo europeo al ruolo di Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza con Federica Mogherini. Sarebbe forse stato più utile lavorare per creare un commissario per il Mediterraneo e mirare a quell’incarico, con l’obiettivo di una politica globale verso i Paesi della Riva Sud, integrazione, ma anche dialogo, aiuti, sviluppo.

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