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domenica 17 agosto 2014

Iraq: corsa ad aiutare i curdi, che nessuno vuole aiutare

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/08/2014

Adesso, tutti vogliono aiutare i curdi, i soli che hanno voglia di battersi contro le milizie jihadiste del Califfato. Purché, naturalmente, i curdi restino dove sono e non pensino di farsi uno Stato, o d’andarsene in Turchia, dove sono perseguitati, o in Iran o in Siria, dove nessuno li vuole. Quanto poi al controllo dei pozzi di petrolio intorno a Kirkuk, la loro antica capitale, su cui hanno mire, si vedrà, ma c’è da scommetterci che non resterà loro. 

A fornire aiuti ai curdi, ora sono gli Stati Uniti, che continuano pure i raid sulle posizioni jihadiste, e gli europei, dopo che i Paesi dell’Ue hanno concordato, nel ‘consulto di ferragosto’ a Bruxelles, sulla necessità di armare i peshmerga contro gli integralisti.

E i combattenti curdi sono all’offensiva sul terreno: hanno riconquistato la parte orientale della diga di Mosul, con l’appoggio aereo americano. Il generale Korini dice: "Abbiamo ucciso vari membri di Daash (l’acronimo arabo che indica il Califfato, ndr), stiamo ancora avanzando e potremo presto dare buone notizie". 

I peshmerga persero il controllo della diga il 7 agosto, quando l'avanzata islamista pareva inarrestabile. Lo sbarramento sul Tigri fornisce energia elettrica e acqua irrigua a tutta la regione: un eventuale cedimento avrebbe conseguenze disastrose.

Ma ci sono pure sviluppi tragici. L'inviato del Papa in Iraq, cardinale Filoni, dice a Radio Vaticana che “100 uomini sono stati uccisi": “Si parla di situazioni disperate in alcuni villaggi, dove la gente non è riuscita a fuggire", ha spiegato. E secondo altre fonti, 80 yazidi sarebbero stati massacrati dagli jihadisti in un villaggio nel nord. 

Secondo l’agenzia vaticana Fides, "i cristiani rifugiati in varie parti dell’Iraq sono oltre 100.000, su un totale di circa un milione di sfollati … Attualmente, in Ankawa, quartiere cristiano di Erbil, ci sono 23 campi di rifugiati dove sono accolte non meno di 20.000 persone, mentre altre famiglie sono ospitate in case private o in alloggi di fortuna".

I curdi cui è ora affidato il contenimento degli integralisti, sono una popolazione indo-europea (sarebbero i discendenti degli antichi Medi dei nostri studi classici, con vari apporti di stirpi celtiche –e guerriere-). Sono complessivamente 35/40 milioni e costituiscono uno dei maggiori gruppi etnici di questo mondo senza Stato di riferimento: sparpagliati nel Nord e Nord-Est della Mesopotamia, ambiscono da circa un secolo a un Kurdistan indipendente, o almeno autonomo. Però, i governi degli stati che ospitano le comunità curde si sono sempre opposti ai progetti di uno Stato curdo. 

In Iraq, sono circa un ottavo della popolazione e godono di notevole autonomia. L’ostilità al regime sunnita di Saddam Hussein guadagnò loro la benevolenza dell’Amministrazione statunitense, che, all’epoca di George W. Bush, usò un attacco contro di loro con armi chimiche come pretesto per l’invasione dell’Iraq. Un padre curdo chiamò i suoi figli Bush e Cheney, in segno di riconoscenza per il rovesciamento di Saddam. 

L’unità sull’Iraq, i 28 l’hanno trovata al minimo comune denominatore. L’Ue accoglie con favore la disponibilità di alcuni Paesi a rispondere alla richiesta curda di fornire con urgenza aiuti militari, che dovranno essere decisi in base alle legislazioni nazionali e di concerto col governo di Baghdad. 

Il tutto assortito con qualche banalità, ad esempio l’opportunità di “fare tutta la pressione possibile perché si arrivi ad un accordo di unità nazionale quando si formerà il nuovo governo" in Iraq, cui lavora il premier designato, al-Abadi. Che ha la strada spianata dalla rinuncia del premier uscente, al-Maliki: in tv accanto al successore, al-Maliki ammette la sconfitta e accetta di farsi da parte.

Gran Bretagna e Francia, le armi ai curdi le hanno già date. La Germania non lo farà, ma manda materiale militare “non letale”. E l’Italia? “Il governo non prenderà decisioni – dice la Mogherini - prima d’avere sentito il Parlamento”, il 20 agosto. E’ invece partita la missione umanitaria italiana: un ponte aereo, con sei voli, per distribuire acqua, viveri, attrezzature.

1 commento:

  1. Affascinante il riferimento al popolo curdo "senza stato di riferimento": come mai di loro nessuno si occupa? perché non sono Ebrei ? eppure anche loro hanno avuto i loro Olocausti....

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