Scritto per Il Fatto Quotidiano del 27/01/2012
Sul suo nome, e sulle sue scelte, c’era qualche diffidenza. Ma il ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant’Agata va guadagnando consensi e, per ora, azzecca le scelte che contano. Manda a Washington, al posto d’ambasciatore d’Italia negli Usa -il suo, fino a novembre-, un diplomatico di sicuro valore e ben preparato, Claudio Bisogniero, figlio del generale Riccardo, comandante dei carabinieri e capo di Stato Maggiore della Difesa, ma venuto su forte del suo (Usa e Cina, Onu e Nato ai vertici dell’Alleanza, Quirinale con Cossiga e Farnesina); e chiama da Washington a fargli da portavoce Giuseppe Manzo, un diplomatico ancora giovane -44 anni-, ma che ha già consuetudine con la stampa e che, soprattutto, gode del rispetto e dell’amicizia
dei giornalisti che lo conoscono. Nell’avvicendare il portavoce, Terzi mostra tatto ed equilibrio: non si disfa di chi c’era e basta; anzi, destina il ministro Maurizio Massari a un incarico di fiducia, inviato speciale per il Mediterraneo e le primavere arabe. Chiamato a occuparsi soprattutto di Stati Uniti e di Medio Oriente, perché all’Europa ci pensano il premier ed Enzo Moavero, Terzi viaggia dove deve ed è accreditato d’una certa attendibilità dalla stampa estera: la Cnn lo intervista sulle sanzioni dell’Ue all’Iran. Gli riesce pure di portare subito Monti da Obama: l’appuntamento alla Casa Bianca è il 9 febbraio (il 10, poi, l’incontro con Ban Ki-moon al Palazzo di Vetro dell’Onu a New York). Ma questa è l’impresa più facile. Quando presenta le credenziali a Obama il 18 gennaio, Bisogniero si sente tessere l’elogio dell’Italia e del premier. Una manna, che prima non capitava.
venerdì 27 gennaio 2012
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E dopo qualche mese, quale potrebbe essere il giudizio oggi?
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