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mercoledì 14 settembre 2011

Manovra: Mr B in missione europea, foto, gaffe e scaricabarile

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 14/09/2011

La ‘missione Europa’ di Silvio Berlusconi si esaurisce in una serie di foto di rito, dichiarazioni di circostanza e strette di mano protocollari. Per la manovra, non cambia nulla: i leader dell’Ue non apprendono nulla che già non sapessero; il premier italiano non riceve più avalli di quelli già avuti. Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, uno che dichiara a misura di twitter, dice che la manovra è “ambiziosa” -termine che diplomaticamente sottintende perplessità sulle capacità di realizzarla-. Il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, uno che invece parla a fiotti, mette l’accento sulla necessità di fare in fretta: "L'applicazione rapida, efficace e rigorosa (delle misure proposte) e' assolutamente essenziale" ed è "fondamentale" per rassicurare i mercati,
si legge in una nota pubblicata dopo l'incontro al Parlamento europeo a Strasburgo.

Una giornata a fare a scaricabarile. Sull’opposizione, per, pur di dare “una spallata al governo”, “rovina l’immagine dell’Italia”. E sull’Europa: “Decidete voi –suggerisce a Van Rompuy- d’aumentare e di quanto l’età della pensione. Tutti gli Stati sarebbero felici di doverlo fare perché ‘comandati’ da Bruxelles”. Ecco un leader che sa assumersi le proprie responsabilità! E che qui fa l’europeo mentre a Roma fa il leghista: vuole più governance Ue e ammodernamenti costituzionali.

Molta scena, poca sostanza, qualche strascico. E, immancabile, la gaffe. Quando van Rompuy prova a interromperne la dichiarazione, per dare all’interprete il tempo di tradurre, Berlusconi s’interpone in francese, "Je crois que ce n'est pas nécessaire", credo che non sia necessario. I giornalisti stranieri restano interdetti, anche quando il Cavaliere spiega in francese: "Ho detto tutto questo in italiano perché penso fosse importante che ad ascoltarmi fossero soprattutto i giornalisti italiani". Qualcuno prova a fare domande; il Cavaliere, sempre in francese, è tassativo: "Ci eravamo intesi sul fatto che dovesse essere solo una dichiarazione e dunque non accetto domande". Van Rompuy annuisce, Mr B se ne va a Strasburgo.

Fuori dalla sede del Consiglio dei Ministri dell’Ue, dove s’era infilato dicendosi “assolutamente tranquillo” –“Sono qui per colpa delle opposizioni” e non per scappare dai giudici di Napoli che vogliono interrogarlo-, manifestanti del Pd di Bruxelles scrivono a grandi lettere la parola Basta: "L'Europa non è un alibi: Berlusconi si faccia processare", è lo slogan dei contestatori, che non sono numerosi.

Da Bruxelles a Strasburgo, la missione del premier è tutta in chiave italiana, altro che europea: accanto a Van Rompuy, che non si fa coinvolgere, Mr B parla “del paradosso” di un'opposizione che, pur condividendo gli obiettivi del pareggio di bilancio inserito in Costituzione e raggiunto
nel 2013, critica la manovra “con l’intenzione di rovinare l'immagine del presidente del Consiglio, rovinando così l'immagine del Paese".

Se fosse vero, sarebbe fatica sprecata, perché l’immagine del Cavaliere è già abbastanza rovinata. Lo prova il clima che l’accoglie a Strasburgo, nonostante l’incontro col presidente del Parlamento Jerzy Buzek duri 45’, fanno sapere i cronometristi al seguito, ben oltre i “due minuti” pronosticati ieri dallo stesso Buzek.

Il capogruppo socialista Martin Schulz si chiede “perché perdere tempo con un capo di governo dubbio”. Certo, Schulz, un tedesco che Berlusconi trattò in aula da kapò, non è proprio il meglio disposto verso il premier italiano. Eppure, adesso che si candida alla presidenza dell’Assemblea, fa il diplomatico: “Barroso e Van Rompuy mica potevano dirgli ‘No, qui non vieni, vai a Napoli a farti interrogare’ … E’ in una situazione drammatica per il suo governo e il suo paese …. Sono certo che i giudici avranno tempo per lui nei prossimi giorni”. Il leader verde Daniel Cohn-Bendit dice che Berlusconi non pensa “a salvare l’Italia, ma a salvare se stesso”: “è un pericolo per l’Italia e l’Europa, non è all’altezza”. Gli eurodeputati di Pd e Idv sostengono di avere evitato che l’aula diventasse “una gogna per l’Italia”, perché c’era chi progettava “gazzarre e proteste” e persino “manifestazioni coreografiche”; e si scusano per l’italica “sceneggiata” sul palcoscenico europeo”. Poi, invitano il Cavaliere a incontrare i deputati italiani. Ma Berlusconi non ha tempo.

Pure l’incontro con Barroso è un po’ asfittico: malgrado duri un’ora e 20’, non c’è modo di parlare dell’acquisto di titoli di Stato italiani da parte della Cina. Eppure il Cavaliere, che è accompagnato dal direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, esprime “soddisfazione massima”, la sua e pure quella dell’interlocutore. Poi torna a Roma: l’Europa gli chiede di fare in fretta e lui esegue, fiducia e varo della manovra domani, un "segnale importante". I tecnici del suo seguito tirano le somme e ammettono: “Missione per nulla”. Ma, come recita il detto, “un legittimo impedimento al giorno leva i giudici di torno”.

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