Scritto per Il Fatto Quotidiano del 24/09/2011
Adesso, ai condannati a morte in Texas, che sono un sacco, vogliono togliere pure l’ultima cena, che persino Gesù Cristo si concesse, anche se sapeva già come sarebbe andata a finire. Alla prossima, negheranno loro l’ultima sigaretta, con la scusa che fa male. Del resto, per essere messi legalmente a morte, negli Stati Uniti, bisogna essere in buona salute; altrimenti, rinviano l’esecuzione. Ma non divaghiamo. In Texas, dunque, già lo Stato più forcaiolo e ora il più micragnoso, i condannati non possono più scegliersi il menu, prima d’essere consegnati al boia per l’iniezione letale, ma devono contentarsi di quel che passa a tutti il convento, cioè il refettorio del carcere. La pietra dello scandalo è stato Lawrence Brewer, un supremazista bianco di 44 anni, omicida di un mero per odio razziale, messo a morte mercoledì scorso: Brewer ordinò una copiosa cena - nulla di raffinato, solo tanta roba - e poi non mangiò nulla con la scusa che non aveva più fame. Il senatore dello Stato John Withmire, uno con il senso del risparmio e certo timorato di dio, è insorto contro gli sprechi e la boria di questi criminali. Neppure il leader dei diritti civili texano Jim Harrington, contrario alle esecuzioni, si commuove per i condannati privati dell’ultimo menù: “La scelta –dice- s’era trasformata in un inutile show”. Il menù della cena, come le ultime parole, vengono sempre resi pubblici. Ora, ci sarà meno da scrivere.
sabato 24 settembre 2011
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