Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/11/2011
Paese che vai, casta che trovi: Europa od America, la trovi sempre: Bruxelles, Ue, o Washington, Dc, cambia poco. Le istituzioni comunitarie hanno da poco dato un giro di vite alle norme etiche dei loro membri, perché alcuni di loro praticavano il vizietto di rivendersi, a lauto pagamento, i segreti della casa dopo averla lasciata, infischiandosene dei conflitti d’interesse. Due sono stati ’sgamati’. L’ex responsabile dell’industria Gunter Verheugen, tedesco, aveva in Germania una società di consulenza per l’Ue, messa su con la ex amante attuale compagna ed ex capo di gabinetto Petra Erler. La Commissione gli ha imposto 26 mesi d’astinenza da ogni contatto con i servizi di cui era responsabile e con le aziende di cui si era occupato, pena la sospensione della pensione. E l’ex responsabile del mercato interno Charlie McCreevy, irlandese, ha dovuto dimettersi da una banca britannica, mentre continua a lavorare per la RyanAir. Gli ex commissari lobbisti non sono gli unici reprobi della casta europea: una chiacchiera riguardò l’uso ‘familiare’ dell’auto blu del presidente del Consiglio Herman van Rompuy; e, a fine 2010, si seppe che 17 ex commissari, fra cui Franco Frattini, percepivano ancora, oltre un anno e mezzo dopo la fine del loro mandato, l’indennità di transizione prevista anche per chi ha un’attività remunerata. Ed anche i potenti d’America s’attirano critiche: la first lady Michelle Obama è nella bufera perché, a una serata di raccolta fondi per il partito democratico, indossava bracciali del valore di oltre 40 mila dollari, disegnati dall’orafa prodigio Katie Deker, 23 anni. Lanciata dal sito conservatore Drudge Report, la notizia suscita commenti taglienti: “Indossa più del mio reddito annuale”, dice uno; e “Quanti poveracci potrebbero sfamare quello pietre?”, s’interroga un altro.
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