Scritto per Il Fatto Quotidiano del 29/12/2010, non pubblicato
Puoi pure andartene nello spazio per mesi e fare uno dei mestieri più avventurosi dell’Universo, ma agli stereotipi non sfuggi mai. E, così, Paolo Nespoli, astronauta italiano, veterano dello spazio, offre, suo malgrado, la prova che gli italiani restano agli occhi del Mondo un popolo di mammoni e di mangiatori di pasta, oltre che, naturalmente, di poeti e di inventori… Beh, ci sarebbero pure i navigatori, che, all’epoca degli esploratori, valevano gli astronauti d’oggi, ma di quelli non si ricorda mai nessuno… Il titolo che The Telegraph dedica alla missione del veterano azzurro, che fu, nel 1997, il primo cittadino dell’Unione europea a porre piede sulla Stazione spaziale internazionale, recita: “L’astronauta italiano si lamenta della pasta kazaka scotta prima del lancio della Soyuz”, la navetta russa con cui Nespoli, un cosmonauto russo e un’astronauta americana hanno raggiunto il laboratorio orbitante. I tre resteranno in orbita fino a metà giugno e celebreranno lassù in aprile i 50 anni della prima missione spaziale umana, il volo di Yuri Gagarin. La lamentela di Nespoli era, ovviamente, scherzosa ed era contenuta in un messaggio destinato ai suoi followers su twitter, poco prima del lancio, a metà dicembre. L’astronauta italiano, che nel frattempo ci ha già fatto gli auguri dallo spazio, non ce l’aveva con i kazaki di Baikonur: era conscio che la pasta sarebbe stata scotta anche se il lancio fosse avvenuto dal Kennedy Space Center in Florida, perché – e questo non è uno stereotipo -, quando si tratta di pasta, americani e russi sono zero, solo gli italiani ci sanno fare.
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