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venerdì 3 agosto 2012

Crisi: euro, la Bce gela i mercati dopo averli illusi

Scritto per EurActiv lo 03/08/2012 -altra versione su L'Indro-

Una settimana fa li aveva ammaliati. Ieri, li ha gelati. E i mercati hanno subito reagito male: in sette minuti, passano dal cauto ottimismo al brusco tracollo. Così, quello che poteva essere un agosto tranquillo è tornato a diventare in prospettiva un mese denso di turbolenze e fibrillazioni. Mario Draghi dice: “Siamo pronti a misure straordinarie, non convenzionali” a difesa dell’euro, ma non indica una data né, soprattutto, prende decisioni operative, mentre lascia invariato il tasso d’interesse di riferimento allo 0,75%. Anche la Fed lascia i tassi invariati, ma quelli americani sono più bassi, tra 0 e 0,25%: “Resteranno tali fino al 2014”, dice la Federal Reserve, e agiremo se necessario perché l’economia non è fuori pericolo.

A una settimana dalla ferma sortita del suo presidente (“Faremo tutto il necessario”), il Consiglio direttivo della Banca centrale europea prende una posizione che le borse europee – e non solo quelle - giudicano timida: risultato, chiusure in profondo rosso (Milano perde il 4,6%, Madrid quasi il 5,2%) e spread di nuovo su a 511, dopo aperture piatte e spread sotto i 460 fino a 442. In un pomeriggio, vanno bruciati 88 miliardi e l’euro che era risalito rispetto al dollaro cala di nuovo sotto 1,22.

Il premier italiano Mario Monti, che ha concluso in Spagna il suo trittico europeo Parigi – Helsinki – Madrid tutto all’insegna dell’attuazione immediata delle decisioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, specie rispetto allo scudo anti-spread, dice che i mercati non hanno capito Draghi e la Bce e sostiene che la Banca non ha fatto passi indietro. Ma, certo, neppure avanti come ci s’aspettava.

Il Consiglio direttivo della Bce era stato preceduto da dichiarazioni d’opposizione della Bundesbank all’acquisto di titoli di Paesi in difficoltà da parte della Banca centrale europea. Ed erano anche emerse diversità d’approccio nel governo tedesco e tra la cancelliera Merkel e il ministro delle finanze Schaeuble, da una parte, e la Bundesbank, dall’altra.

Dopo la riunione del Consiglio, Draghi ribadisce che gli spread alti sono inaccettabili, ma aggiunge che l’attivazione dei fondi salva Stati spetta ai governi e non annuncia interventi concreti immediati. La Bce interverrà, se interverrà, fra qualche settimana: uno spazio che la speculazione potrà sfruttare sui volatili mercati agostani.

Delusione da Francoforte; incertezza da Madrid e Helsinki. Il trittico europeo del premier Monti si chiude senza ambiguità sull’Europa, ma con dichiarazioni sulla politica interna che destano inquietudine. Il Professore ripete che l’Italia non ha bisogno di essere salvata, ma non esclude la necessità di attivare lo scudo: “Non ora, valuteremo se chiederlo o meno… Potrebbe servirci, se lo spread non si raffredda…”.

A Madrid, il premier ostenta tranquillità: “Faremo di tutto per salvare l’euro, l’Italia non ha bisogno di aiuti”; e ribadisce: “Lo spread è un problema comunitario, se resta alto”. Ma in mattinata ad Helsinki aveva avvertito: “Se non si abbassa lo spread, il rischio è di avere dopo le elezioni in Italia un governo anti-euro, anti-europeista e non favorevole alla disciplina di bilancio”; aggiungendo che la riforma elettorale darebbe credibilità alla politica ed escludendo una chiamata alle urne anticipata (“Il governo durerà per l’intera legislatura”).

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