Scritto per Il Fatto Quotidiano del 25/08/2012
Il giro dei ‘signori d’Europa’ di Antonio Samaras, premier greco, comincia da Berlino, la tappa più ostica, e somiglia proprio a una questua: ''Non vogliamo altri aiuti'', ma“tempo per respirare”, spiega ai giornalisti, con accanto la cancelliera Merkel. Che, però, non gli concede un minuto in più, almeno per ora: “Voglio che Atene resti nell’Eurozona –dice la cancelliera, che si sforza d’apparire incoraggiante-. Il piano di risanamento del governo è un buon avvio, ma resta molto da fare”. Tutto rimarrà in sospeso, com’era già chiaro, fino ad ottobre, cioè fin dopo la prossima missione in Grecia della troika delle istituzioni finanziarie internazionali (Ue, Bce, Fmi).
Samaras e i greci dovranno, nel frattempo, allenarsi all’apnea, altro che respirare un po’, come spera il premier, che chiede due anni in più per completare il risanamento, dal 2014 al 2016, e assicura: “Vogliamo camminare con le nostre gambe”, anche se le riserve finanziarie non vanno oltre ottobre. Oggi, a Parigi, dove vede il presidente Hollande, Samaras troverà probabilmente più comprensione, ma ancora nessun impegno sulla dilazione richiesta: se ne parlerà dopo il rapporto della troika, pure Hollande, dopo l’incontro di giovedì con la Merkel, accetta questa linea.
Il clima, in Germania, resta politicamente teso. Eppure i sondaggi olandesi, verso le elezioni politiche anticipate di settembre, dovrebbero fare riflettere la coalizione di centro-destra: in Olanda, dopo le dimissioni del governo liberal-conservatore sostenuto dagli xenofobi anti-islam, i laburisti sono il primo partito e la sinistra va forte. Anche i ‘cani da guardia’ più fidati del rigore tedesco possono ripensarci, a furia di tagli.
Nel mirino di molte critiche tedesche, ma non del governo di Berlino, c’è il presidente della Bce Draghi, accusato di condurre la Germania e l’Eurozona ad un’altra Weimar, cioè a quel periodo della storia tedesca segnato da un’altissima inflazione che favorì l’avvento del nazismo. E così, mentre a Washington il presidente della Fed Bernanke apre a nuovi stimoli per l’economia Usa, Draghi a Francoforte pigia sul freno: secondo la Bloomberg, la Banca Centrale Europea non presenterà il piano di acquisto dei titoli di Stato dei paesi in difficoltà, contestato dalla Bundesbank, prima della decisione della Corte Costituzionale tedesca sul fondo salva-Stati Esm, il 12 settembre. Il 6 settembre c’è il board della Bce: chi pensava che Draghi scoprisse le carte allora sarà deluso, nonostante non vi sia un nesso palese tra la sentenza di Karlsruhe e la decisioni di Francoforte.
Eppure, l’agenzia di rating Fictch avalla, sia pure con molti distinguo, il progetto della Bce, che “avrebbe un impatto positivo sui rating sovrani e allenterebbe la tensione sui Paesi stessi”. Fra rinvii e attese, le borse europee, partite deboli, recuperano nel finale e chiudono positive, con l’eccezione di Milano, sotto per il terzo giorno consecutivo, stavolta di mezzo punto, con lo spread a 437.
Nei prossimi giorni, l’agenda di incontri è fitta. Il premier Monti andrà dalla Merkel il 29 e riceverà a Roma Hollande il 4 settembre e il premier spagnolo Rajoy il 20. E il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy vedrà Rajoy, la Merkel e Hollande.
sabato 25 agosto 2012
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