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giovedì 23 agosto 2012

Grecia: l'Europa la tira per le lunghe; e i mastini ringhiano

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/08/2012

L’Europa, come al solito, la tira per le lunghe. E i mercati, che ad agosto sono stati buoni a cuccia, come dei cagnolini, danno segni di nervosismo: guaiti, per il momento, più che latrati. A ringhiare -ma lo fa sempre- e' l'Olanda, che dice di nuovo no alla Grecia: niente concessioni e neppure dilazioni. Non si capisce, pero', se l'Aja rappresenti stavolta l'avanguardia dei 'duri e puri' o se non costituisca, piuttosto, la retroguardia di quelli che non hanno ancora capito come gira il vento.

Il segnale che smorza le attese lo dà il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, che, ancora prima di sbarcare ad Atene, dove incontra il premier Antonio Samaras, dice alla Rtl che non ci sarà “decisione sugli aiuti alla Grecia prima di ottobre": questo perché si aspetta il rapporto della troika delle Istituzioni finanziarie internazionali (Ue, Bce e Fmi), che deve tornare ad Atene a settembre).

Il sigillo sulle attese lo mette poi da Chisinau, in Moldavia, dov’è in visita, la cancelliera tedesca Angela Merkel: sulla Grecia, non vi sarà decisione né oggi, quando lei e il presidente francese François Hollande si vedranno per parlarne, e neppure domani, quando il premier Samaras sarà a Berlino, dopo essere passato da Parigi. La prossima settimana, poi, tornera' come previsto sulla pista europea il premier Monti, atteso a Berlino dalla Merkel. E, a inizio settembre, vi sara' a Cipro una riunione Ecofin informale.

Il governo di Atene, che martedì aveva appesantito la propria manovra di assestamento, portandola a oltre 13,5 miliardi di euro, chiede in cambio ai partner una dilazione dei tempi di risanamento del bilancio, dal 2014 al 2016. Però, la dilazione sui tempi della decisione non aiuta, anzi rischia solo di allargare il buco, anche se e' comprensibile che i leader dell'Ue non si fidino più dei greci sulla parola: ha un bel dire Samaras a Juncker che garantisce lui, questa volta.

Dopo il colloquio, il presidente dell'Eurogruppo non e' proprio incoraggiante: apprezza lo sforzo, ma avverte che, per Atene, e' davvero l'ultima chance per evitare la bancarotta e l'uscita dall'euro (che nessuno vuole). Samaras abbozza: "Ce la faremo, anche se gli aiuti arriveranno a ottobre. E pagheremo i debiti, restituiremo i soldi".

Le battute di Juncker, come quelle della Merkel, appesantiscono le borse, con Milano e Madrid più negative di tutte, mentre lo spread che era in calo ritorna a 420 e il rendimento dei titoli del Tesoro va al 5,65%. La linea dell'attesa fino a ottobre e' avallata dalla Commissione di Bruxelles: "Abbiamo un processo in corso", spiega un portavoce , "la Troika ritornerà in Grecia ai primi di settembre per continuare la revisione del secondo programma di aggiustamento" e, quindi, "sulla base di questa valutazione l'Eurogruppo sarà in grado di prendere decisioni". Che fretta c'e'? Tanto i greci devono solo stringere la cinghia.

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