La delegazione finlandese è venuta, ha parlato, è ripartita: soddisfatta per l’attenzione ricevuta, ma senza portarsi a casa il Colosseo. “Non se n’è neppure parlato”, assicura una fonte presente a tutti gli incontri che il sottosegretario alle Finanze di Helsinki Martti Hatemaeki e il segretario di Stato agli Affari europei Kare Halonen.hanno avuto con funzionari del Ministero delle Finanze, prima, e a Palazzo Chigi, poi. Una missione lampo, per cui Hatemaeki e Halonen hanno espresso la loro “grande soddisfazione” per l’attenzione ricevuta e l’interesse destato.
I
colloqui, riferisce una fonte diplomatica, si sono svolti “in un’atmosfera
molto buona”: sono stati tutti a livello tecnico, ma potrebbero avere
importanti risvolti politici, anche perché l’iniziativa nasceva dalla visita a Helsinki, all’inizio
del mese, del premier Monti. In quell’occasione, ricorda un funzionario delle
Finanze, i finlandesi suggerirono di condividere l’esperienza da loro fatta
sull’uso dei ‘covered bonds’ durante la crisi degli Anni Novanta: il premier si
mostrò interessato.
Le
obbligazioni garantite da immobili pubblici sono state molto utilizzate in
passato da Helsinki: è un modello che potrebbe essere adottato dall’Italia e,
magari, da qualche altro paese europeo –se n’è parlato per la Grecia, ma chi
sarebbe più avanti di tutti su questa strada è la Spagna -. Obiettivo:
raffreddare la crisi dei debiti e gli spread, consentendo ai paesi in
difficoltà di finanziare il proprio debito sui mercati a condizioni migliori.
In Italia, in particolare, l’operazione potrebbe combinarsi con quella già
annunciata dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli: il conferimento, cioè, a
un fondo pubblico di una lista di immobili da dismettere per ridurre il debito.
Questa lista comprende circa 350 fabbricati di alto pregio in tutta Italia.
Oltre che tramite la vendita, gli attivi patrimoniali italiani potrebbero
essere sfruttati come garanzia per la raccolta di denaro sul mercato. Insomma,
il Colosseo non si vende, né si dà in pegno, ma solo perché non ci mancano
altri tesori da mettere in tavola.
Il
debito pubblico italiano sfiora attualmente i duemila miliardi di euro e alla
fine del 2012 dovrebbe rappresentare oltre il 123% del prodotto interno lordo,
con un costo annuo in interessi di oltre 80 miliardi.
Il Tesoro ha già avviato un’operazione di dismissione delle sue società
partecipate e completerà entro fine anno la cessione di Sace, Fintecna e Simest
alla Cassa depositi e prestiti.
Nei
colloqui a Roma, Hatemaeki e Halonen non si sono limitati a sciorinare il
modello finlandese: s’è parlato della situazione nell’Eurozona e dei progetti
di approfondimento dell’integrazione; e pure del piano di crescita dell’Italia.
L’agenda digitale e la ‘smart growth’ sono state evocate, senza che gli
emissari di Helsinki si siano trasformati in commessi viaggiatori della Nokia.
In
tutta Europa, è stata una giornata fitta di incontri e di contatti. Il premier
Monti, che oggi rende visita a Berlino alla cancelliera Merkel, ha preso un
caffè a tarda sera, al Berlaymont di Bruxelles, con il presidente della
Commissione europea Manuel Barroso. E il presidente del Consiglio europeo
Herman Van Rompuy è stato a Madrid, dove domani è atteso il presidente francese
Hollande, che verrà poi a Roma il 4 settembre. Nell’incontro con Van Rompuy, il
capo del governo spagnolo Rajoy, malgrado la recessione dia segni
d’aggravamento e la Catalogna rinnovi le richieste d’aiuto, di mostra deciso a
non negoziare sulle condizioni dell’intervento europeo (100 i miliardi
stanziati).
Per quanto serrata, la diplomazia europea non
impressiona le borse, deboli in tutta l’Eurozona, e neppure le agenzie di
rating. Fitch declassa sette banche italiane e stima il pil in calo dell’1,9%
quest’anno e invariato l’anno prossimo. E lo spread sale a 450, nonostante le
aste del Tesoro e pure quella spagnola vadano bene: collocati tutti i titoli a
tassi ridotti.
Il fatto nuovo, in questo momento, nell’Unione è il
rinnovato fervore dell’asse Berlino-Parigi, ricostituitosi dopo i contrasti del
Vertice europeo di fine giugno: un gruppo di lavoro franco-tedesco messo in piedi dai ministeri
delle Finanze dei due Paesi deve studiare come affrontare la crisi e rafforzare
l'integrazione, con passi in avanti verso l'Unione politica. Un’accelerazione
che suscita speranze nella sostanza, ma desta riserve nella forma: la Nuova
Alleanza, come la definiscono i media tedeschi,vuole "forgiare posizioni
comuni" in vista del Vertice europeo di metà ottobre.
Un
discorso in cui Monti, oggi, a Berlino, cercherà di inserirsi. Il terreno è
scivoloso, di qui all’autunno: se la Bce non sblocca gli interventi per
raffreddare gli spread e la Corte suprema tedesca, il 12 ottobre, non avalla il
Patto di Bilancio, il piano finlandese potrebbe rivelarsi non un’opzione, ma
una necessità. Colosseo in vendita? No, ma al Monte dei Pegni magari sì.
Nessun commento:
Posta un commento