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lunedì 13 agosto 2012

Crisi: euro, mercati indolenti, fibrillazioni stemperate

Scritto per EurActiv il 13/08/2012

Mercati calmi, quasi indolenti, e, quindi, fibrillazioni stemperate: le due settimane dell’estate profonda intorno a Ferragosto s’annunciano mosce sul fronte mediterraneo, mentre in Germania, dove la metà di agosto segna la fine della stagione delle ferie, s’è già rianimato il dibattito sull’Unione e sull’euro. L’Ocse offre una mano alla Bce, incoraggiandone l’acquisto di titoli di Stati dei Paesi in difficoltà e sostenendo che gli speculatori perderanno la scommessa contro l’euro. In Italia, l’ennesima sortita dell’ex premier Silvio Berlusconi – “L’uscita dall’euro sarebbe un disastro”, dice a Libération - solleva pochi spruzzi nella piscina della politica ferragostana. Non ne fa molti di più Beppe Grillo, che vuole un referendum sull’euro e sulla ristrutturazione del debito.

L’asta del 12 agosto dei Bot annuali vede la collocazione di tutti gli 8 miliardi previsti, con tassi in lieve rialzo al 2,767% e una buona domanda, proprio mentre BankItalia annuncia l’ennesimo record a fine giugno del debito pubblico a 1.972,9 miliardi di euro (6,6 inpiù che a maggio), nonostante un aumento del 5,8% mensile delle entrate tributarie grazie a Imu e accise (l’aumento annuo è del 2,8%). Le borse aprono fiacche, con lo spread un po’ al di sopra di 450, dopo avere chiuso deboli la scorsa settimana con le spread a 453.

Gli indicatori delle ultime 72 ore sono contradditori, ma tendenzialmente poco incoraggianti sul fronte dell’economia reale. Se l’Istat registra un rallentamento dell’inflazione (3,1% annuo a luglio, rispetto al 3,3% annuo di giugno), le associazioni dei consumatori calcolano che il rigore costerà alle famiglia 1.400 euro in più l’anno e UnionCamere annuncia fatturati e commesse delle imprese in caduta libera.

Sul fronte sociale, la statistiche indicano un boom dei laureati disoccupati: in Italia, sono 300mila, il 41% in più nel giro di un anno, E la Confindustria conferma che l’occupazione tiene, con un calo dello o,3% nel 2011, dopo quello dell’1,1% del 2010, sostanzialmente grazie alla Cig, la cassa integrazione guadagni, perché quest’anno la domanda di lavoro delle imprese è frenata: meno del 18% prevede di fare assunzioni, e per la maggior parte a tempo determinato. La crisi non risparmia i giovani imprenditori: stando ai dati di InfoCamere, sono calati in un anno di 23mila unità, il 3% circa.

Il governo, però, vuole andare avanti sui tagli nel pubblico impiego e sulle nuove norme per i licenziamenti. Il premier Monti invita i suoi ministri a presentarsi, dopo la pausa estiva di due settimane –il governo è già convocato venerdì 24 agosto-, con le idee chiare sull’agenda economica dell’autunno, che prevede un piano di dimissione del patrimonio dello Stato per abbattere il debito con la vendita di palazzi, caserme e castelli, ma anche misure per stimolare l’innovazione e l’economia digitale e norme anti-burocrazia.

In un’intervista a la Repubblica, il ministro Grilli spiega che l’Italia potrà uscire dalla crisi puntando sulle proprie forze, senza l’aiuto della Bce e senza fare ricorso alla patrimoniale.

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