L’Unione europea non è un edificio bell’e
costruito, ma va tirata su pezzo dopo pezzo. E, mentre la si costruisce, ci
possono essere battute d’arresto e persino rischi di defezione. Se spesso è
laborioso capire con la bussola della politica quale sia la direzione da
prendere, le prossime elezioni –maggio 2014- del Parlamento europeo potrebbero
già vedere importanti novità: la designazione da parte dei partiti di candidati
alla presidenza della Commissione europea; e, più in prospettiva,
l’unificazione in una sola figura dei ruoli di presidente del Consiglio europeo
e dell’Esecutivo comunitario. Se ne parla, in questi giorni, nelle aule
dell’Assemblea di Strasburgo.
Sono indicazioni che il presidente della
Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo Carlo Casini ha oggi
fornito in un incontro via Skype con La Sapienza di Roma e con le Università di
Padova e di Catania, oltre che con l’Istituto Affari Internazionali ed il Cime
(il comitato italiano del Movimento europeo).
La conversazione, incentrata sulle possibili
evoluzioni istituzionali dell’Unione europea, si colloca nell’ambito di
‘Università per l’Europa’, un insieme di eventi in corso in decine di Atenei
italiani tesi a portare contributi scientifici e ideali all’integrazione
europea e a formulare proposte concrete la prossima primavera, proprio in vista
delle elezioni di maggio e del rinnovo entro la fine dell’anno di tutti i
vertici delle Istituzioni comunitarie, oltre che del semestre di presidenza di
turno italiana del Consiglio dei Ministri dell’Ue (luglio/dicembre 2014).
Fiorentino, magistrato, 78 anni, eletto nel
2009 all’Assemblea di Strasburgo nelle liste dell’Udc, Casini ha molto
insistito sul ruolo che, in questa fase, dovrebbero assumere i partiti politici
europei, per fare sì che le elezioni europee, ad esempio, siano occasione di
dibattito sui temi dell’integrazione e non momento di riproposizione e di
verifica di rapporti di forza nazionali. Non è però certo che ciò avvenga:
spesso i partiti annacquano le loro differenze in sede europea, puntando su
scialbi consensi e stemperando così la vivacità e l’interesse di dibattiti e
risoluzioni.
Dopo avere manifestato agli studenti che lo
ascoltavano la convinzione che l’integrazione europea “è il più grande progetto
politico di tutti i tempi”, Casini s’è mostrato prudente sull’idea che circola di
convocare una conferenza costituente subito dopo le prossime elezioni. Meglio,
a suo avviso, attendere qualche tempo, perché –spiega- un progetto di
rinnovamento dei Trattati può ingenerare sfiducia e delusione, come già
avvenuto in passato, se non si raggiungono i risultati ambiziosi che ci si
ripromette.
Nella visione di Casini, le preoccupazioni di
evitare, ad esempio, strappi con la Gran Bretagna prevalgono sulle tentazioni
di cogliere la disponibilità a passi avanti verso l’Unione politica
manifestata, negli ultimi tempi, dalla Germania. Invece, i progressi verso una
maggiore efficacia della governance economico-monetaria nella zona euro, con
l’attuazione come prossimo passo dell’Unione bancaria, sono meglio incanalati.
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