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domenica 19 maggio 2013

Ue: Amato traccia percorsi d'integrazione nell'ingorgo 2014

Scritto per EurActiv il 19/05/2013

Fra un anno esatto, nel maggio 2014, le elezioni del Parlamento europeo potrebbero segnare un passo avanti nell'integrazione politica e pure nella legittimazione democratica delle Istituzioni comunitarie, se i maggiori partiti europei ci arriveranno dopo avere designato un proprio candidato alla presidenza della Commissione europea. Svoltesi le elezioni, bisognerà riunire al più presto una convenzione costituente per impostare una riforma dei Trattati.

Sono indicazioni emerse in una conversazione di Giuliano Amato con una delegazione di promotori dell’iniziativa ‘Università per l’Europa’, un insieme di eventi in decine di Atenei italiani, volti a portare contributi scientifici e ideali all'integrazione europea ed a formulare proposte concrete entro la prossima primavera, proprio in vista delle elezioni di maggio e del rinnovo entro la fine dell’anno di tutti i vertici delle Istituzioni comunitarie, oltre che del semestre di presidenza di turno italiana del Consiglio dei Ministri dell’Ue (luglio/dicembre 2014).

Amato, ora presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani, già presidente del Consiglio per due volte e ministro a più riprese, e vicepresidente della Convenzione europea creata nel 2002 per riformare i Trattati (un esercizio sfociato, dopo varie traversie, nel Trattato di Lisbona, entrato in vigore dal 1° dicembre 2009), è vicino a ‘Università per l’Europa’, al cui lancio nel marzo scorso partecipò. La delegazione era condotta dal professor Francesco Gui e comprendeva docenti e rappresentanti dell’Istituto Affari Internazionali e della Commissione europea, pure coinvolti nell'iniziativa.

Naturalmente, il cammino di una riforma dei Trattati e di un rilancio dell’integrazione è appena abbozzato, anche se spiragli positivi ci sono: le aperture verso l’Unione politica della cancelliera tedesca Angela Merkel sono state ad esempio rilanciate, nei giorni scorsi, dal presidente francese François Hollande, favorevole ad affidare a un governo europeo la governance economica dell’eurozona. Per Amato, è importante in questa fase  non parlare di Stato federale, ma piuttosto d’integrazione politica di stampo federale, per evitare di mettere in allarme i Paesi più riluttanti.

La designazione da parte dei principali partiti europei, almeno i popolari, i socialisti, ed i liberali, d’un candidato alla presidenza della Commissione potrebbe precostituire un’elezione semi-diretta del presidente stesso,  anche se la designazione spetta al Consiglio europeo e la ratifica all'Assemblea di Strasburgo.

Tutte da decidere le modalità d’utilizzo della designazione popolare, nell'ipotesi, quasi scontata, che nessun partito, e quindi nessun candidato, ottenga la maggioranza assoluta: si può ipotizzare una soglia minima di consenso, perché una candidatura possa essere presa in considerazione; e pure la possibilità di giungere, tramite accordi fra i partiti, a una designazione diversa da quella espressa dal voto popolare (e magari persino altra rispetto a quelle sottoposte al voto popolare). Come già accade in Italia quando si vota per un candidato premier.

Nell'ingorgo istituzionale europeo 2014, quando s’intrecciano le elezioni del Parlamento, il rinnovo della Commissione e il rinnovo del presidente del Consiglio europeo e dell’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, sarebbe inoltre possibile pensare, come fanno molti, ad una unificazione delle cariche di presidente della Commissione e del Consiglio europeo.

Questo potrebbe favorire uno scivolamento del Consiglio europeo dall'attuale ruolo di massima ed ultima istanza decisionale a una sorta di dieta cui la Commissione sottoporrebbe in via preliminare le proposte che intende lanciare. In tal modo, la Commissione si riapproprierebbe a pieno del potere d’iniziativa e il Consiglio dei Ministri dell’Ue e il Parlamento potrebbero poi esercitare il loro ruolo co-legislativo.

Fin qui, sono tutte cose che possono essere realizzate nell'ambito della normativa vigente. Il resto sarà affidato alla Convenzione, di cui sarà essenziale il mandato.

Molti i problemi e gli interrogativi. L’ingegneria istituzionale di un’Unione riformata s’annuncia complicata, perché oggi l’Eurozona ha un livello d’integrazione superiore al resto dell’Unione. Inoltre, le istanze d’una maggiore democraticità delle Istituzioni comunitarie potrebbe pure indurre a un ritorno agli Stati, che hanno una maggiore legittimità democratica.

Infine, fra le incognite, c’è l’atteggiamento della Gran Bretagna, attesa, però, da elezioni politiche nel 2015 (e i sondaggi, oggi, danno i laburisti favoriti). Per l’Unione, i laburisti al potere a Londra sono meglio dei conservatori.

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