Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/04/2012
Quando vuole andare sul sicuro per una nomina, Mario Monti pesca nel serbatoio delle istituzioni europee: lì, ha preso buona parte del suo ‘inner circle’, fra cui le responsabili comunicazione Betti Olivi e Amelia Torres; lì, ha trovato uno dei suoi ministri più efficienti e competenti, Enzo Moavero. E lì avrebbe ancora voluto pescare per sostituire alla presidenza dell’Agcom Corrado Calabrò, in scadenza alla metà di maggio. La guida dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è delicata: l’Agcom ha voce in capitolo su temi come le frequenze tv e la par condicio. E la faccenda potrebbe intrecciarsi con il rinnovo del collegio del Garante per la privacy, con la composizione della nuova Authority dei Trasporti e anche, forse soprattutto, con il rinnovo dei vertici della Rai. Per la presidenza dell’Agcom, sui media s’è parlato di Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: segno di quanto il posto conti. E quando fonti di stampa hanno attribuito a Bersani il via libera a un ennesimo professore, Vincenzo Zeno Zencovich (Roma Tre), è subito arrivata la smentita dal Pd. Pensa e ripensa, Monti aveva trovato il profilo giusto in Fabio Colasanti, 65 anni, suo stretto e apprezzato collaboratore alla Commissione europea, poi per anni direttore generale della Società dell’Informazione. Ma Colasanti, prima ancora che la proposta gli giungesse, ha soppesato pro e contro familiari e professionali e ha fatto sapere al premier di non essere disponibile, evitandogli l’imbarazzo d’un rifiuto ex post: il diniego è stata incassato con rammarico. Ma il serbatoio europeo non è mica vuoto: lì, se vuole, Monti può ancora pescare. Un italiano, Roberto Viola, segretario generale dell’Agcom, è, ad esempio, il presidente del Gruppo dei regolatori europei del radiospettro.
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