P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

venerdì 10 febbraio 2012

Monti e Obama: Europa e America insieme per la crescita

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 10/02/2012, altra versione su euractiv.it

Mario Monti e Barack Obama sono d’accordo: le politiche economiche europea ed americana vanno focalizzate verso la crescita. Il presidente –si apprende, dopo l’incontro alla Casa Bianca- fa l’elogio dell’importanza dell’euro ed è impressionato dalla “poderosa partenza” del governo italiano. Il premier dice che la collaborazione tra Italia e Usa “deve crescere”: “Dà più peso alla voce dell’Italia in Europa”.

La copertina di Time e la stretta di mano di Obama sulla soglia dello Studio Ovale sono due segni dell’importanza attribuita, da parte americana, alla visita a Washington del presidente del Consiglio italiano, che col presidente degli Stati Uniti discute –riferisce la Casa Bianca- “i passi complessivi che il governo italiano sta compiendo per riconquistare la fiducia dei mercati e per rafforzare la crescita attraverso le riforme strutturali”.

Monti riporta a Washington l’Italia e l’Europa: un’Italia ben diversa da quella che Barack Obama aveva ostentatamente ‘tenuto a distanza’negli ultimi mesi di governo di Silvio Berlusconi; e un’Europa che non vuole essere un problema per l’America, ma che, anzi, avviandosi al superamento della crisi del debito, può dare un contributo alla ripresa dell’economia e, quindi, alla crescita globale. Il che è, poi, un modo per contribuire alla rielezione di Obama nelle presidenziali del 6 novembre, quando, a sconfiggere il democratico in carica, non può essere nessuno dei repubblicani in lizza per affrontarlo, ma solo un peggioramento della congiuntura e dell’occupazione.
In un mondo in cui i mercati hanno fame “di una merce un po’ rara –parole di Monti-, la credibilità”, l’Italia del Professore ne ha da vendere e ne riceve qui la controprova.

La giornata di Monti incomincia con una visita al Congresso degli Stati Uniti: vede lo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner, e alcuni congressmen di origine italiana. Da Capitol Hill, il premier lancia un messaggio al Parlamento italiano, interlocutore “fondamentale” del governo, e ricorda che giovedì prossimo sarà a Strasburgo al Parlamento europeo.

Al Congresso, il premier nota “interesse sulla svolta italiana, soprattutto da un punto di vista economico e finanziario”. Gli stati Uniti ne sono incoraggiati perché l’Italia si presenta “non solo come un partner vicino e alleato”, ma anche “come un Paese che, in questa fase, può contribuire a dare più impulso all’Ue e alla crescita con vantaggio generale per le due sponde dell’Atlantico”.

Poi, Monti va al Peterson Institute, dove batte ancora sul tasto della crescita, auspicando, dopo il Patto di Bilancio, un Patto per la Crescita europeo. E, quindi, vede il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, uno di cui parla lo stesso linguaggio. Gli incontri coincidono con l’arrivo da Bruxelles della notizia dell’accordo sulla Grecia –un sospiro di sollievo per l’eurozona-, mentre i mercati appaiono meno febbrili e il Fondo monetario internazionale ‘benedice’ le misure prese dal governo dei Professori e prevede che l’Italia arriverà al risanamento del bilancio.

Monti è il primo leader di un grande Paese dell’Ue a incontrare il presidente Obama dopo il discorso sullo stato dell’Unione del 24 gennaio, nel quale l’Europa era stata praticamente ignorata: il fatto è che questi alleati incapaci di risolvere i problemi di casa loro, oltre che –tradizionalmente- di badare alla propria sicurezza, sono scomodi da esibire per un presidente che aspira a un secondo mandato in un’America ancora senza certezze e senza ottimismo.

La copertina di Time è un indice della fiducia che accoglie Monti oltre Atlantico: “Può quest’uomo salvare l’Europa?”, titola il settimanale. Nell’intervista, che risale alla scorsa settimana, Monti, “un premier in tempi disperati”, parla di politica interna, cita Berlusconi con toni concilianti, denuncia “il potere eccessivo dei gruppi di interesse legati al settore pubblico” che frenano la crescita ed esprime la speranza di riuscire a cambiare il modo di vivere degli italiani, “perché altrimenti le riforme strutturali sarebbero effimere (“La politica quotidiana ha diseducato gli italiani: dobbiamo cercare di dare il senso della meritocrazia e della competitività che crediamo necessarie”).

A Washington, c’è anche il ministro degli esteri Giulio Terzi, che, su twitter, prima d’incontrare il segretario di Stato Hillary Clinton, scrive: “Italia e Usa fianco a fianco per garantire più sicurezza e sviluppo alle generazioni future”. Accogliendolo, la Clinton sottolinea “la grande fiducia che abbiamo nell’Italia e nel suo futuro, nel governo Monti e nel popolo italiano”. Sempre a Twitter, affida un pensiero l’ambasciatore degli Usa in Italia David Thorne: l’intervista di Obama pubblicata ieri da La Stampa “mostra l’importanza della visita di Monti”: il presidente vi testimonia che l’Italia ha fatto “passi impressionanti”.

Nessun commento:

Posta un commento