Scritto per Il Fatto Quotidiano del 15/05/2012
Angela, la 'ragazza' è diventata la 'signora del rigore'
Angela Merkel, cancelliera tedesca dal 2005 -prima donna in quel ruolo-, ha 58 anni ed è, secondo Forbes, la donna più potente al Mondo (di sicuro, d’Europa). Ma questi non sono per lei i giorni migliori: nell’Ue, le sue scelte anti-crisi, improntate al rigore, sono contestate; e in Germania, i test elettorali –l’ultimo, quello di domenica nel Nord Reno Westfalia, il land più popoloso- non premiano la sua coalizione tra Cdu, cristiano-democratici, e Fdp, liberali.
Figlia d’un pastore luterano, la Merkel nasce ad Amburgo e cresce e vive nella Germania Est. Laureata in chimica, sposata con un professore molto discreto –e che viaggia ‘low cost’, quando lo fa per conto suo-, Angela parla bene il russo, come praticamente tutti quelli della sua generazione che fecero gli studi nella Rdt. Ma la circostanza, come la facilità con cui la famiglia si muoveva tra le allora due Germanie, valsero al padre sospetti di collaborazionismo con il regime comunista e la sua onnipresente polizia segreta, la Stasi.
Dopo la riunificazione, la Merkel fu il più giovane ministro di un governo Kohl –per tutti era 'la ragazza', das Maedchen-. Cancelliera nel 2005, alla guida di una coalizione Cdu-Spd, e confermata nel 2009, in alleanza con l’Fdp, intende puntare a un terzo mandato l’anno prossimo. Magari, con un ritorno alle origini, cioè con una riedizione della ‘grosse koalition’. Oggi, Hannelore Kraft, la presidente del Nord Reno Westfalia, che ha appena inferto alla Cdu una bruciante sconfitta, e Angela sono figure contrapposte. Domani, cioè dopo le politiche fra 16 mesi, potrebbero essere alleate, in una Germania a trazione tutta femminile.
Il voto di domenica segna per i cristiano-democratici il risultato più negativo della loro storia nel Land. Ma la Merkel ne esce più indebolita sul piano europeo che su quello nazionale, perché la sua sconfitta dà forza, o almeno coraggio, a quanti sostengono che non di soli tagli vive l’Unione e predicano azioni per la crescita.
L’impatto della batosta regionale della Cdu resta, però, da valutare. A Berlino, almeno nell’immediato, potrebbe non cambiare nulla, anche se il ministro dell’ambiente, Norbert Roettgen, leader locale, rischia il posto. A Bruxelles, può darsi che la Merkel, sentendosi più debole, si mostri più morbida; ma può anche darsi che, come la fiera ferita, sia più feroce nella difesa delle proprie convinzioni. E, tanto per cominciare, fa sapere che la sconfitta non influirà sulla sua politica europea.
Del resto, i sondaggi dicono che la linea della fermezza della Merkel verso i partner europei spendaccioni e inaffidabili resta popolare in Germania: tre tedeschi su cinque sono contrari a misure che inneschino la crescita con nuovi debiti. Con buona pace, almeno per ora, del neopresidente francese François Hollande e del premier italiano Mario Monti, che hanno in mente una ricetta fatta d’investimenti pubblici senza impatto sui deficit nazionali.
Certo, il risultato elettorale non è un buon viatico per i fitti impegni dei prossimi giorni: oggi, la cancelliera vede a Berlino il presidente Hollande, appena insediatosi all’Eliseo; poi andrà ai Vertici del G8 e della Nato -entrambi a Chicago, cioè a casa di quel Barack Obama che pure non le dà tregua con la crescita-; e il 23 sarà a Bruxelles alla cena dei leader dell’Ue.
Hannelore, che forza!, la 'regina del debiti'
Che forza!, Hannelore Kraft. Per noi, quel nome è al massimo sinonimo di sottilette. Ma in tedesco kraft vuol dire forza, o anche energia. E la Kraft d’energia ne ha un sacco. Oggi, è lei l’Hannelore più famosa di Germania, mentre un tempo lo era la moglie del cancelliere Helmut Kohl, autrice di libri di ricette tedesche di buon successo –il marito le faceva da assaggiatore-. Bionda come la cancelliera Angela Merkel, ma più bionda, con i capelli che le incorniciano il volto, mentre Angela preferisce il taglio a scodella, la presidente del Nord Reno Westfalia, il land più popoloso di Germania, ha appena inflitto una clamorosa batosta alla Cdu, il partito della Merkel.
Fortemente industrializzato, da sempre roccaforte della sinistra, il Nord Reno Westfalia rappresentava l’ultimo test elettorale tedesco significativo di quest’anno. I socialdemocratici dell’Spd erano i favoriti, ma il loro successo è stato più netto del previsto. Spd e Cdu, alla pari nei risultati 2010, si ritrovano oggi staccati di quasi 13 punti: i socialdemocratici poco sotto il 39%, i cristiano-democratici poco sopra il 26%. Tengono i Verdi (11,5%), vanno meglio del temuto i liberali dell’Fdp (8,4%), vengono avanti i Pirati (7,6%) -per la quarta volta consecutiva, entrano in un parlamento regionale-; male, invece, la sinistra della Linke, come se il testimone del voto di protesta e di rifiuto sia ormai passato dagli anziani nostalgici ai giovani euro-scettici.
Moglie di un compagno d’Università conosciuto a una festa di carnevale, madre di un ragazzo di 19 anni che le sale accanto sul palco più per dovere che per convinzione, 51 anni, un fisico che non le meriterebbe certo i commenti grossolani che Mr B ebbe per la cancelliera, Hannelore Kraft è una donna solida, che parla con l’accento della Ruehr e ha una laurea in economia conseguita dopo avere lavorato in banca da impiegata. Fa politica dal ’94, sempre con i socialdemocratici: ministro regionale dal 2001, vicepresidente del partito dal 2009, presidente del Land dal 2010, oggi è una potenziale candidata cancelliera socialdemocratica alle elezioni politiche del settembre 2013 –ma finora lei ha sempre detto no alle sirene di Berlino-.
Se la Merkel è nell’Ue l’alfiere del rigore al tempo della crisi, Hannelore è la ‘regina dei debiti’: il suo governo è andato in crisi proprio sul disavanzo di bilancio; e lei ha centrato la sua campagna su una riduzione del deficit graduale. Per lei, la maggioranza rosso-verde a Duesseldorf –vuole governare coi Verdi- è un "forte segnale” a Berlino (e, magari, pure a Bruxelles).
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