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mercoledì 16 maggio 2012

Ue: fulmini sull'euro, ma l'asse franco-tedesco galleggia

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/05/2012

Un fulmine sull’Europa, ma non a ciel sereno: colpito da una saetta in volo verso Berlino, l’aereo di Hollande, alla prima missione da presidente francese, inverte la rotta e rientra a Parigi. Hollande ne riparte con un altro velivolo, mentre l’Unione è nella bufera: l’incontro con la Merkel, simbolo dell’intesa franco-tedesca, che tiene, anche se i protagonisti cambiano, subisce un ritardo, ma si fa, in un clima d’ansia per il futuro della Grecia, dell’euro, dell’Ue.

Il messaggio è che l’asse tra Berlino e Parigi, cui spesso s’è aggrappata l’Ue, galleggia ancora, quando Atene pare affondare nel mare del debito e portarsi giù la credibilità dell’Unione. Le Istituzioni di Bruxelles, l’Italia, la Spagna, altri Paesi, puntellano come possono la speranza.

In Grecia, tramonta l’ipotesi di un governo d’unità nazionale tecnico: a giugno, si voterà di nuovo. Il leader socialista Venizelos, ministro delle finanze della crisi, dice: “Torniamo alle urne perché gli interessi partitici hanno prevalso su quelli nazionali”. E c’è sentore che questo stia avvenendo pure altrove, anche in Italia.

Il fallimento ad Atene delle trattative per un governo che rispetti  i patti con i partner e porti il Paese fuori dalla sfiducia e della rabbia, fa andare in tilt i mercati, che di questi tempi hanno la fibrillazione da panico (e da speculazione) facile: spread a 440 punti, euro in calo, borse a picco. I dati del Pil nel 1.o trimestre dicono che l’Ue resta in recessione, che la Francia stagna, che l’Italia cala dello 0,8% -mai così male dal 2009-.

Un quadro da tregenda. E’ questo il giorno che la Grecia uscì dall’euro e inizio l’agonia della moneta unica e dell’integrazione europea? Dopo una riunione dei ministri delle finanze, il presidente dell’Eurogruppo Juncker afferma: “Faremo di tutto perché ciò non accada”. E una speranza arriva dalla Francia: nel discorso di insediamento, Hollande s’impegna a indicare all’Ue “una nuova via che coniughi crescita e rigore”, unità e giustizia sociale: un patto per la crescita che protegga i nostri interessi e i nostri valori, che ci ridia il senso dell’essere Unione. Chissà se suona bene, tradotto in tedesco.

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