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mercoledì 16 maggio 2012

Ue: Germania-Francia, prove di dialogo (e di direttorio)

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/05/2012

Si sono incontrati in ritardo. Ma solo di un’ora. E hanno già scoperto –parola di cancelliera- d’avere “punti di vista in comune” sulla crescita. Il fulmine che ha colpito l’aereo presidenziale di François Hollande in volo da Parigi a Berlino ha provocato solo un lieve slittamento dei tempi, ma non ha impedito il gesto simbolico d’una visita alla cancelliera tedesca Angela Merkel proprio nel giorno dell’insediamento all’Eliseo.

Un’apoteosi per Hollande: esordio da presidente, discorso programmatico, prima missione. E una Merkel nelle peste per una serie di risultati elettorali mediocri, o decisamente negativi, come quello di domenica nel Nord Reno Westfalia.

Tema obbligato del primo vertice franco-tedesco della nuova coppia Merkel-Hollande, che per il momento non si presta ad acronimi tipo Merkozy (Merkande suona decisamente male, almeno in francese): la crisi dell’euro, mentre la Grecia sprofonda di nuovo nella crisi e riprende la strada delle urne. La Merkel esordisce chiara, in conferenza stampa: “Noi –lei e Hollande, la Germania e la Francia- vogliamo che la Grecia resti nell’euro”. E il presidente conferma: loro, rileva, hanno “una responsabilità per l’Europa”.

Alla cancelliera, Hollande ha tratteggiato l’idea di un Patto per la Crescita, da affiancare al Patto di Bilancio appena sottoscritto da 25 dei 27 (il francese vorrebbe emendarlo, per favorire gli investimenti pubblici). E la Merkel ha rinnovato il suo credo che il rigore e la crescita non sono né antitetici né alternativi: la Germania ne è la prova, virtuosa nei bilanci e capace di crescere più del previsto (0,5%) nel 1.o trimestre 2012, nell’Unione che stagna o –vedi Italia- arretra.

Alla cancelliera, il presidente ha detto sapere di volere “un rapporto franco-tedesco equilibrato e rispettoso”, cioè non proprio come quello degli ultimi tempi del duo Merkozy, dove –si diceva a Bruxelles- Angela decideva e Nicolas annunciava. L’incontro “per conoscersi” e la cena per creare un’atmosfera d’intesa e di collaborazione non erano certo il momento delle decisioni. Hollande ha spiegato alla Merkel che vuole “rimettere in piedi” la Francia, che Sarkozy gli avrebbe lasciato in ginocchio, e di volere tracciare per l’Europa, insieme, se possibile, “una nuova via che coniughi crescita e rigore”, unità e giustizia sociale: un patto per la crescita che protegga “i nostri interessi e i nostri valori”, che ridia il senso dell’essere Unione.

La Merkel, invece, teneva a fargli capire di non essere, o almeno di non sentirsi, azzoppata dalla sconfitta della Cdu nel Nord Reno Westfalia: la batosta regionale non influirà sulla politica europea della Germania. Ma aggiunge di ritenere che tra lei e Hollande vi siano “dei punti di vista in comune” sulla crescita.

La partita delle decisioni si giocherà di qui al Consiglio europeo di fine giugno, dopo la parata dei Vertici dei prossimi giorni (G8 e Nato negli Usa questa settimana, una cena dei leader dei 27 a Bruxelles la sera del 23), che saranno ancora occasione per sfoggiare sorrisi e intesa. Hollande lo mette in chiaro: sul tavolo dell’Ue, metterà tutte le sue idee, compresi quegli ‘eurobonds’ che, a sentirli nominare, ad Angela viene l’itterizia.

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