Proprio quando molti in Europa, e pure in America, s’aspettano che Mario convinca Angela e faccia opera di mediazione tra il nuovo presidente francese, socialista, e la cancelliera tedesca, ecco che beghe e trappole di Casa Nostra spingono il Professore verso la casella di partenza. Sempre che non sia quella di fine corsa. E l’Italia ripropone in filigrana un suo ‘scenario greco’, intriso marcio di calcoli della politica.
La stampa anglosassone più autorevole e meno sospetta di lassismo sul fronte del rigore, dal WSJ al FT, presta al premier italiano l’autorevolezza e l’influenza per avvicinare al partito della crescita la Merkel, che ha per il Professore un’attenzione speciale. Ma Monti ha più problemi a conquistare ‘i cuori e le menti’ dei politici italiani che quelli dei leader europei. E se l’Italia fa marcia indietro, se i calcoli politici interni fanno deragliare l'azione di risanamento e quella di riforma, la credibilità internazionale di Monti e del Paese subirà un colpo forse irrimediabile.
Nella casella dei delusi, accanto ad Angela la tedesca, e anche a François il francese, che, da neofita del Club dei Grandi, ha bisogno d’alleati e mediatori, ci sarebbe in prima fila il presidente Usa Barak Obama. Adesso che s’avvicinano i Vertici di Chicago la prossima settimana –G8 e Nato- e che le notizie dell’economia americana sono positive, Obama risale un po’ in cattedra e bacchetta l’Europa: l’accusa di non avere seguito la strada americana dell’immissione di denaro pubblico nell’economia per stimolare la ripresa. Se l’Ue fatica a uscire dalla crisi, rallenta pure la crescita degli Stati Uniti (e, quindi, non semplifica la vita a Obama, cioè la sua rielezione il 6 novembre). Dunque, forza Mario sulla via della detrazione degli investimenti pubblici dai deficit nazionali: Barroso e Hollande sono già convinti, basta spiegarlo bene alla Merkel.
E, invece, sul punto di diventare protagonista, o almeno ago della bilancia, l’Italia ‘batte in testa’. E i numeri non sono buoni. La Commissione europea ha appena pubblicato le sue previsioni sull’andamento delle economie dell’Ue: la situazione italiana è peggiore del previsto, la crescita resta negativa, la disoccupazione cresce ancora Secondo Bruxelles, nel 2012 il Pil italiano calerà dell’1,4% (a febbraio la previsione era di -1,3%,) mentre nel 2013 aumenterà dello 0,4% (a gennaio la previsione era di +0,5%). C’è pure una revisione delle stime di pareggio del bilancio: il rapporto deficit/Pil sarà del 2% nel 2012 e dell’1,1% nel 2013. Appena circola la voce che la Commissione suggerisca un’altra manovra, dell’ordine di 8 miliardi di euro, arriva la smentita del responsabile Ue per gli Affari economici Olli Rehn: “L’Italia è sulla buona strada”, purché non scatti il gioco dell’oca.
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