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martedì 8 maggio 2012

Ue: voti, la Merkel perde in Francia e Grecia, non in Germania

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 08/05/2012

“Ha perso la Merkel”: il titolo ritorna, come un ritornello, sulla stampa di mezza Europa, dopo la domenica in cui i cittadini europei, dalla Francia alla Grecia, dal Nord della Germania ai comuni d’Italia, hanno votato sulla crisi e sulle scelte dell’Ue per uscirne, rigore, austerità, sacrifici, tutte dure ricette tedesche. Ed è vero che Angela Merkel, cancelliera tedesca, ha perso in Francia, dove gli elettori hanno puntato sulla crescita e l’occupazione, le sirene del neo-presidente socialista François Hollande, e pure in Grecia, dove hanno detto no ai tagli e i giri di vite.


Ma Angela non ha perso a casa sua: nello Schleswig-Holstein, piccolo land lungo il confine danese, la Cdu, il suo partito, ha sostanzialmente mantenuto il 31% del 2009 e resta quello più votato. Gli elettori, invece, hanno di nuovo castigato i liberali dell’Fdp, alleati della Merkel a Berlino e in questa regione rurale, povera e scarsamente popolata. I liberali hanno quasi dimezzato i loro suffragi dal 15 all’8% -e sono già contenti d’essere rimasti al di sopra della barra del 5%, dopo lo smacco nella Saar il 25 marzo-.

Risultato, la coalizione non potrà più continuare a governare lo Schleswig-Holstein. Al potere s’installerà probabilmente un’alleanza tra i socialdemocratici dell’Spd, saliti dal 25 al 30%, ma delusi perché volevano diventare il primo partito; i Verdi, passati dal 13 al 14%; e la lista dei ‘danesi’ , che non arriva al 5% dei voti, ma che, per un’eccezione regionale, avrà lo stesso seggi nel Parlamento del land. Ne resta fuori, invece, la sinistra della Linke, mentre , per la terza volta consecutiva, i Pirati, l’elemento nuovo del panorama politico tedesco, superano la soglia del 5% in un land.

Sul piano nazionale, conterà di più, domenica prossima, il test del Nord Reno – Westfalia, una regione molto più importante, la più popolosa della Germania. A 16 mesi dalle elezioni politiche dell’autunno 2013, la conferma della coalizione Cdu-Fdp appare sempre più improbabile. In teoria, lo Schlewig-Holstein potrebbe divenire un banco di prova della ‘grande coalizione’ tra Cdu e Spd, cioè fra i due maggiori partiti, che molti giudicano la più probabile nella prossima legislatura. Ma Torsten Albig, leader Spd locale, sembra non volerne sapere: “Chi l’ha detto –chiede- che non possiamo governare con i Verdi e i ‘danesi’?”, anche se la maggioranza sarebbe risicata, d’un solo seggio.

Pur se la domenica elettorale non è stata delle migliori, la Merkel, sconfessata da francesi e greci, mantiene stabile la sua popolarità in Germania, dove molti tedeschi apprezzano la sua fermezza con i partner Ue. Ma la cancelliera rischia di ritrovarsi isolata in Europa, anche se è improbabile che il neo-presidente francese François Hollande voglia metterla alle corde e che il premier italiano Mario Monti, che il WSJ presenta come il suo nuovo ‘fidanzato’ europeo, non le porga il braccio. La prospettiva più inquietante è quella di trovarsi ‘schiacciata’ tra l’opinione pubblica tedesca e le pressioni europee: la Merkel potrebbe, dunque, accettare di discutere “misure di crescita supplementari”, come le chiedono Hollande, Monti e molti altri leader Ue, continuando, però, a non cedere sugli eurobonds e sul ruolo della Banca centrale europea. Quanto al Patto di Bilancio, Hollande vuole rinegoziarlo e lei non ne vuole sentire parlare: vedremo come andrà a finire.

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