Scritto per Il Fatto Quotidiano del 12/06/2010
Invito a pranzo con bavaglio, in un bel palazzo di via dell'Umilta' quasi di fronte alla sede del Pdl, proprio nel giorno in cui la stampa italiana testimonia, anche nelle scelte grafiche -prime pagine listate a lutto, o bianche- il no alla legge che limita la liberta' di cronaca. Maarten Van Aalderen, presidente dell'Associazione Stampa Estera, olandese, corrispondente di De Telegraaf, chiama il presidente della Fnsi Roberto Natale e i direttori de Il Fatto, de l'Unita' e del Secolo d'Italia a rispondere alle domande dei corrispondenti stranieri di stanza a Roma.
Intorno al tavolo, nella sede dell'Associazione, giornalisti nord-americani e latino-americani, europei dell'Ue e svizzeri, isreaeliani e musulmani, greci e turchi.
Le domande fioccano: c'e' chi chiede che cosa succedera' adesso, chi vuole sapere che cosa d'ora in poi si potra' scrivere, chi confronta le norme e le prassi del proprio Paese -sovente coincidenti- con quelle italiane, sovente divergenti.
Per antica consuetudine, l'Associazione della stampa estera non prende posizione sulle vicende italiane, spiega Van Aalderen. Ma i corrispondenti dicono la loro sui loro media. E la vicenda della legge bavaglio e' fra le più' seguite.
La stampa britannica, la spagnola, la francese sono state molto attente e critiche. Ieri, il si' del Senato alla legge faceva titolo sul Financial Times e sull'Economist ("Una norma che dovrebbe preoccupare gli inquirenti prima ancora che i giornalisti"), sull'Independent e sul Dayly Mail, su Le Monde ed El Pais ("Senato approva legge controversa, l'opposizione denuncia la morte della liberta' in Italia"). Anche i grandi giornali americani dicevano la loro: WSJ, torrente di critiche; NYT, legge anti-intercettazioni avanza.
Ma, giorno dopo giorno, il tema e' stato presente, questa settimana, su Le NouvelObs ("Berlusconi vuole imporsi"), El Mundo ("L'Italia si mobilita contro la legge bavaglio"), il San Francisco Chronicle, decine di altri giornali e siti. Le agenzie internazionali seguono gli sviluppi con attenzione pressocche' quotidiana.
Anche le istanze internazionali sono vigili. La Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo e' pronta ad esaminare i ricorsi (ma, prima, avranno dovuto essere esaurite tutte le possibili iniziative nazionali). A Bruxells, la Commissione europea si dice "molto vigile", anche se l'Esecutivo dell'Ue evita di pronunciarsi su una legge nazionale fin quando il provvedimento e' in discussione. Fa sentire la sua voce europea un ex presidente italiano della Commissione, Romano Prodi: "Sono molto preoccupato, perche' e' la democrazia che entra in sofferenza, che respira male", anche se "nei momenti più' strani credo che ci sia una forza che salti fuori". Purche' lo faccia presto, prima che la 'normalizzazione' dell'Italia sia troppo avanzata.
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