Scritto per Il Fatto Quotidiano del 06/06/2010
C’è un po’ d’Italia nella Capricorn One del XXI Secolo: non è un imbroglio astronautico, come nel thriller fanta-politico di Peter Hyams, ma un esperimento scientifico vero e proprio. Incuriosita la stampa di tutto il Mondo, specie quella anglosassone: Bbc, FT, Independent, Telegraph e Guardian, che mette in guardia i lettori, “Non è uno scherzo: la missione su Marte non lascerà mai la Terra”. Nel film del 1978 –fra gli interpreti, Elliot Gould e Telly Savalas-, la Nasa, con complicità dell’Amministrazione Usa, organizzava un falso sbarco ‘marziano’, mentre gli astronauti, mai partiti, simulavano in un hangar nel deserto la missione. Questa volta, invece, l’esperimento è reale, senza trucco: fra i protagonisti, c’è l’italo-colombiano Diego Urbina, ingegnere, 27 anni, che dice “Quando l’uomo scenderà davvero su Marte, io sarò orgoglioso di potere dire d’avervi contribuito”. Il progetto Mars500 simula le condizioni di una missione spaziale di durata mai tentata, 18 mesi: sei aspiranti astronauti, tre russi, un cinese e due europei, resteranno tutto quel tempo in un hangar allestito in un istituto medico a Mosca, completamente isolati dal mondo circostante, tranne le e-mail. Scopo, studiarne il comportamento e le reazioni in quella che dovrebbe essere un lungo viaggio spaziale.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento