Scritto per Affari Internazionali, a firma di Adriano Metz
Due volumi ‘complementari’ pubblicati nella collana Relazioni internazionali e scienza politica dell'editrice V&P: la partita a scacchi dei giochi di potere internazionali su tutti i tavoli possibili, dalla diplomazia all’economia, dall’egemonia al dominio, dalla cultura alla guerra; mosse e scelte aggiornate all’evoluzione degli equilibri e dei rapporti di forza, in un mondo dove la storia finisce solo nelle analisi dei politologi.
Richard Little è uno dei massimi studiosi europei di relazioni internazionali: docente all' Università di Bristol, già presidente della British International Studies Association, autore e co-autore di varie altre opere. In questo suo libro, Little elabora un modello innovativo del concetto di equilibrio fra le potenze, utilizzandolo per rileggere quattro classici delle relazioni internazionali usciti tra il 1948 e il 2001.
L’autore libera il pensiero di Morgenthau e di Bull, di Waltz e di Mearsheimer da immagini datate e stereotipate e le consegna rivitalizzato all'attuale dibattito. Di volutamente ‘antico’, in questo testo, c’è solo l’immagine di copertina: un disegno di Honoré Daumier che, nel 1866, vedeva il Mondo in equilibrio sulle baionette degli eserciti europei. Oggi, le armi epigone di quelle baionette sono al più stampelle di un’Europa che affida la propria stabilità all’economia, ai commerci e alla diplomazia, più che alla forza militare.
Nel suo lavoro, suddiviso in quattro parti, Little analizza l' ‘equilibrio di potenza’, che è poi l'azione di controbilanciamento che scatta in risposta a un tentativo di egemonia. Un concetto e una pratica che hanno radici lontane: alcuni ne ravvisano le prime tracce nell'intreccio delle relazioni nell'Italia dei Comuni e delle Signorie. L'idea di fondo è che, quando una grande potenza tende a dominare il sistema internazionale, le altre grandi potenze si alleano per preservare la loro sicurezza, creando una sorta di contrappeso all'aspirante egemone: siamo in un territorio tendenzialmente diplomatico, senza però mai escludere lo strumento militare.
Strumento che è invece centrale nel Manuale di Giacomello e Badialetti, che ricapitola, sempre in quattro parti e con l'apporto di tabelle e box, millenni di pensieri strategici d'ogni orientamento, da Tucidide a Sun Tzu, da Machiavelli a von Clausewitz, fino ai contemporanei, cercando d'individuare gli elementi comuni a tutte le guerre e le novità emergenti.
Giacomello è docente a Bologna e a Firenze ed è molto attivo come autore e ricercatore. Badialetti è un militare di professione, colonnello dell'esercito con esperienze internazionali. Esperti e affiatati, gli autori cercano di sgombrare il terreno da equivoci ed errori nelle valutazioni strategiche spesso indotti dalla cronaca giornalistica, spiegano quali dinamiche oggi condizionano il ricorso alla forza da parte dei governi, aggiornano le conoscenze e l’analisi sugli strumenti della guerra e anche sulle forme dei conflitti (c’è anche quello ‘tra la gente’ che le ‘armi intelligenti’ non rendono meno atroce) e segnalano, infine, gli strumenti come il controllo degli armamenti e il peacekeeping che possono oggi limitare la scelta estrema dello scontro cruento ed armato.
L’equilibrio di potenza nelle relazioni internazionali, metafore, miti, modelli, Richard Little, Vita e Pensiero, 359 pp, 25 euro.
Manuale di studi strategici, da Sun Tzu alle ‘nuove guerre', Giampiero Giacomello e GianMarco Badialetti, Vita e Pensiero, 318 pp, 25 euro.
domenica 13 giugno 2010
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