Scritto per Il Fatto Quotidiano del 14/11/2013
Afghanistan: 12 anni dopo il
rovesciamento del regime dei talebani la
superficie coltivata a oppio ha raggiunto livelli record. Iraq: 10 anni dopo
l’invasione, il numero dei civili vittime d’attentati non è mai stato così
alto. Si vede proprio che,
in quei Paesi, abbiamo saputo esportare con successo i nostri valori: avrà modo
di rendersene conto, a breve, la presidente della Camera Laura Boldrini, attesa
in visita al contingente italiano.
Dati da cui la popolarità
delle missioni all'estero non esce rafforzata. Sel proprone di ‘barattare’
l’uscita di scena anticipata dall'Afghanistan (600 milioni di euro annui circa)
con il rifinanziamento della Cig in deroga (350 milioni di euro). I radicali
vogliono portare il boom dell’oppio nel dibattito sulla legge quadro per le
missioni internazionali.
Secondo un
rapporto annuale dell’ufficio Onu contro droga e crimine, le superfici coltivate a oppio in Afghanistan sono
salite da 154 mila ettari nel 2012
a 209 mila nel 2013 (+36%), più che nel 2007 anno finora
record. L’impennata potrebbe rispecchiare la volontà dei produttori di mettersi
al riparo da "un futuro incerto", dopo il ritiro l’anno prossimo delle truppe
internazionali –proprio ieri è stato annunciato che 500 militari italiani
rientreranno già a fine anno-.
La produzione di oppio, da cui
deriva l'eroina, ha raggiunto la quota di 5500 tonnellate nel 2013 (+49%
rispetto al 2012, ma meno del 2007, quando furono addirittura 8.200): ci sono state
–spiega l'Onu- "condizioni meteorologiche sfavorevoli, specie nel Sud e
all'Ovest".
L'aumento della coltivazione
dell’oppio "costituisce una minaccia per la salute pubblica, la stabilità
e lo sviluppo dell'Afghanistan". I consumatori siamo essenzialmente noi,
l’Occidente. I beneficiari sono principalmente i talebani, che ne ricavano ogni
anno tra i 100 e i 400 milioni di dollari, ma pure qualche ‘signore della
guerra’ magari alleato degli Usa e la criminalità organizzata.
Nonostante alcuni dati positivi,
come l’aumento della scolarizzazione, specie femminile, il bilancio di 12 anni
di presenza militare internazionale non è soddisfacente: gli Stati Uniti e i
loro alleati hanno dedicato molte più risorse a provare a vincere (senza
riuscirci a pieno) la guerra guerreggiata che a provare a vincere la “battaglia
delle menti e dei cuori”, pace, democrazia, tolleranza, sviluppo.
Una cifra lo dice: dal 2001, il
mondo ha speso per aiutare gli afghani meno di quanto gli Stati Uniti hanno
speso in un solo anno per fare la guerra in Afghanistan (50 miliardi di dollari
d’aiuti in tutto contro 55 miliardi di dollari di spese belliche nel solo
2009). Ogni dollaro per la pace, almeno 10 per la guerra.
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