Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano lo 02/11/2013
Non c’è (più) Sud senza crescita, non c’è crescita (in
Europa) senza il Sud. Con questo slogan, parte dalla Grecia, dove il cocktail micidiale
di recessione, rigore, disoccupazione e povertà innesca tensioni sociali che
sfociano nel terrorismo politico, la crociata del Parlamento europeo contro
l’euro-scetticismo e l’euro-pessimismo, a 200 giorni, sei mesi e poco più,
dalle elezioni europee del maggio 2014.
Che
cosa può fare il Sud dell'Europa per invertire la tendenza e fare ripartire l’Unione
verso crescita e lavoro? Se ne discuterà lunedì 4 novembre, per tutta la giornata, ad Atene, al Music Megaron Concert Hall. Il
presidente del Parlamento europeo Martin Schulz aprirà i lavori di
#South4Growth, cui partecipano deputati europei di Grecia, Italia, Cipro, Irlanda,
Portogallo e Spagna, a confronto su tre temi – economia, finanza, lavoro - con giornalisti provenienti dai sei Paesi.
Paesi
che rappresentano il Sud socio-economico, più che culturale e geografico –se
no, l’Irlanda che ci starebbe a fare?- dell’Unione sulla soglia dell’uscita dalla
crisi (gli altri ne sono già fuori). Ci sono i Pigs –Portogallo, Irlanda,
Grecia, Spagna, gli anelli deboli della grande paura della prima ora del
tracollo finanziario-, poi divenuti Piigs con l’inserimento dell’Italia. Cipro
non ha posto nell'acronimo, ma il suo collasso dei mesi scorsi ne fa un membro
a pieno titolo di questo club poco prestigioso e poco esclusivo.
Tema per tema, questi gli
interrogativi di fondo affrontati ad Atene, una città ad altissima tensione
dopo il raid di venerdì contro giovani militanti del partito neo-nazista Alba
Dorata –due i morti-: economia, come
superare la crisi e fare ripartire la crescita?; finanza: come le politiche
dell'Unione possono contribuire a invertire la tendenza?; occupazione:
come creare più e migliori posti di lavoro nell’Ue?
Schulz,
attivissimo in questa stagione – conduce una campagna elettorale personale: è
il candidato del Pse alla presidenza della prossima Commissione europea -, e 37
eurodeputati hanno registrato videomessaggi di sprone e d’ottimismo. Ma la
scintilla di #South4Growth, se pure si accenderà, non basterà da sola a
rianimare il Sud.
Crescita
e lavoro non possono ridursi a un binomio rituale: ci vogliono politiche che li
inneschino; e in fretta. Se l’Unione arriverà alle elezioni con l’unico mantra
del rigore e delle regole, i cittadini la sanzioneranno disertando le urne e riempiendo
l’aula di Strasburgo di voci critiche dell’integrazione e contrarie all'euro e
all’Ue.
Per
essere efficace, l’inversione di tendenza deve avvenire ovunque nell'Unione. Il
Nord deve riprendere a declinare i verbi della cooperazione e della solidarietà,
tralasciando la missione di Cerbero; il Sud deve smetterla di coltivare il complesso
di Calimero, mettendoci però impegno nell'osservare gli impegni presi.
Altrimenti,
Nord e Sud continueranno a coltivare ed alimentare i rispettivi pregiudizi,
accrescendo le tensioni nell'Unione, aumentando le distanze tra ricchi e poveri
e riducendo a zero la percezione delle ragioni dello stare insieme.
Atene è
già stata teatro di fallimenti europei: nel dicembre 1983, al primo Vertice
europeo sotto presidenza di turno greca, vi naufragò fragorosamente un
tentativo di riforma del bilancio Cee e delle politiche agricola e regionale. #South4Growth
può dare un segnale di riscossa: ma le parole, anche bene assortite, non
bastano; ci vogliono, poi, i fatti.
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