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giovedì 7 novembre 2013

Ue: crescita; Draghi taglia i tassi; Letta, 'bene così'

Scritto per EurActiv lo 07/11/2013

Non sarà ricordato, probabilmente, come l’intervento decisivo dell’estate 2012, ma la Bce ed il suo presidente Mario Draghi mandano di nuovo un segnale per la crescita, tagliando il costo del denaro. E il premier italiano Enrico Letta reagisce in termini positivi.

La Banca centrale europea riduce di un quarto di punto, dallo 0,5% allo 0,25%, il costo del denaro: il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, che non era mai stato così basso, scende a un nuovo minimo storico.

In conferenza stampa, a Francoforte, il presidente della Banca non ha escluso che i tassi d’interesse possano scendere ancora e ha ammesso che sono pure stati presi in considerazione tassi negativi: evidente il tentativo di stimolare la ripresa, incoraggiando le banche a rendere più agevole il credito.

Draghi prevede che i tassi resteranno giù a lungo e che la fase di bassa inflazione proseguirà. La Bce conferma la previsione di una ripresa lenta e graduale nell’Eurozona, moderata nel 2° semestre 2013 –l’Italia non ne è stata ancora toccata-, e avverte che persistono rischi di frenate. Una priorità resta il rafforzamento delle banche, anche attraverso i dispositivi previsti dall’Unione bancaria europea.

Letta, da Dublino, dove è andato a cercare facili sponde su Unione bancaria e immigrazione, in vista del semestre di presidenza di turno italiana del Consiglio dei Ministri dell’Ue, nel 2° semestre 2014, giudica la decisione della Bce  uno stimolo per andare avanti con le riforme: “Dobbiamo entrare in una legislatura di crescita –dice, riferendosi alla prossima legislatura europea, che uscirà dalle elezioni del maggio prossimo- e l’Italia guiderà l’Ue in questa direzione”.

Nonostante tutte queste indicazioni positive, dopo la fiammata seguita agli annunci da Francoforte, le borse europee chiudono in calo, tranne quella tedesca. E lo spread s’attesta a 241.


Forse le deprime il confronto con gli Usa, dove il Pil nel terzo trimestre  segna un + 2,8, al di là delle attese, il dato migliore di quest’anno, e calano le richieste di disoccupazione.

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