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venerdì 29 novembre 2013

Usa 2016: il racconto dei mille giorni, una corsa senza pronostico

Intervista a Media Duemila online raccolta da Matteo Colombo e pubblicata il 27/11/2013

Lo scorso 8 novembre, a tre anni esatte dalle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America previste per l’8 novembre 2016, è nato il portale www.gpnewsusa2016.eu, diretto da Giampiero Gramaglia, il quale racconta questa neonata realtà editoriale che dal 10 febbraio 2014 farà partire il conto alla rovescia dei mille giorni. 

Perché ha deciso di aprire “Usa2016”?

“L’idea è realizzare un sito che racconti queste elezioni: dalle regole alle curiosità, dalla personalità dei candidati agli eventi successivi. Spero che diversi corrispondenti che hanno vissuto o lavorato negli Stati Uniti collaboreranno a questa iniziativa e alcuni l’hanno già fatto con le loro previsioni. Anche i lettori potranno indicare i loro candidati. Il 10 febbraio, quando mancheranno 1000 giorni alle elezioni presidenziali Usa 2016, inizieremo il conto alla rovescia vivendo le tappe d’avvicinamento: il voto di Mid-Term a novembre 2014, i test nell’estate 2015, le primarie dall’inizio del 2016”.

Quale il motivo che l’ha spinta ad immaginare e a creare questo sito?

“Le elezioni americane sono uno degli eventi giornalistici più divertenti da raccontare, soprattutto perché la politica degli Stati Uniti è estremamente coinvolgente. L’informazione non manca, certo, ma succede che gli italiani capiscano in ritardo i personaggi che riescono a raccogliere consensi e s’infiammino, invece, per ‘fuochi di paglia’ che non hanno possibilità di successo”.

Quanto è difficile per un corrispondente raccontare un territorio così vasto e vario come quello degli Stati Uniti?

“È vero che esistono differenze negli Stati Uniti, ma in fondo non più di quante ve ne siano in Italia. New York e Salt Lake City sono forse più simili tra di loro di Trento e Brindisi. Inoltre alcuni aspetti della vita quotidiana sono esattamente gli stessi in tutti gli Usa, senza volere negare sensibilità e opinioni diverse da Stato a Stato. È necessario attraversare tutto il Paese per conoscerlo e poterlo poi spiegare al pubblico italiano”.

Fra i pronostici d’apertura di “Usa2016”, tutti i giornalisti che si sono espressi concordano nell’indicare Hillary Clinton come il candidato democratico più probabile. Perché?

“C’è un’apertura di credito affettiva e ci sono motivazioni concrete. Sono previsioni di colleghi che hanno vissuto a lungo o tuttora vivono negli Stati Uniti e che hanno raccontato l’America fin dall’epoca di Clinton. Tanti avrebbero scommesso su Hillary anche nel 2008 e molti, me compreso, s’aspettavano che gli Usa avrebbero avuto prima un presidente donna e poi un presidente nero. il fatto che il primo Presidente nero abbia preceduto la prima donna ad occupare questa carica è stata una sorpresa. E al momento l’avversario più qualificato di Hillary Clinton è un’altra donna: Elizabeth Warren”.

Tra i repubblicani non sembra esserci invece un candidato forte. Perché?

“Il partito è diviso, il Tea Party ha subito una doppia batosta con la vicenda dello shutdown a ottobre e la tornata elettorale di novembre, che ha dato forza a Chris Christie, un moderato, confermato governatore del New Jersey. Ci sarà più chiarezza dopo il rinnovo fra un anno della Camera e di un terzo del Senato”.

Quali sono gli Stati che decideranno le elezioni?

“Gli Stati cruciali sono sicuramente l’Ohio e la Florida. Ma molto dipenderà dai candidati: in genere, gli Stati dove ci si dà davvero battaglia non sono più di una dozzina”.

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