Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 07/11/2013
“I miei figli come gli ebrei sotto Hitler”: la gaffe di Berlusconi
viene riferita a Martin Schulz poco dopo che il Partito socialista europeo lo
ha candidato alla presidenza della Commissione europea. Lui, che un giorno fu apostrofato
in aula dall'allora premier Berlusconi come "kapò", prima chiede “che
cosa ci sia da commentare”, poi affida al portavoce Armin Machner una battuta
per Il Fatto: “Abbiamo smesso di commentare le dichiarazioni d’un uomo che ha
totalmente perso il rispetto della storia, della Memoria e della realtà”.
La frase di Mr B, rilanciata dalle maggiori agenzie
mondiali, fa capolino sui grandi media dentro e fuori l’Europa. Ma Schultz non
affonda la polemica: ora deve catalizzare, non polarizzare.
Lo scontro con Berlusconi risale al 2 luglio 2003: il
premier illustra all’Assemblea il programma della presidenza italiana del
Consiglio Ue; portavoce socialista, Shultz lo critica. Mr B reagisce male: “In Italia un
produttore sta facendo un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò
per il ruolo di kapò. Lei è perfetto!». A
Strasburgo, l’eco di quello scambio non s’è ancora perso.
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