Scritto per il blog de Il Fatto del 20/06/2011
Ci sono quelli, come Cesare Battisti, che noi vorremmo tanto che ci fossero estradati e che, invece, non ce li danno proprio indietro (anzi, li mettono in libertà nonostante quattro omicidi e le condanne all’ergastolo sul groppone). E ci sono quelli che manco sappiamo che esistono e che ci vogliono mandare indietro ad ogni costo, perché hanno rubato due mele o poco più. Il DailyMail racconta, riprendendola dalla stampa americana, la storia di Maria Renda, 55 anni, un’italiana che, da quando era bebè –aveva dieci mesi, quando i genitori la portarono in America-, ha sempre vissuto legalmente negli Stati Uniti. Aveva anche provato a ottenere la cittadinanza americana, che le era stata negata per qualche problema con la giustizia negli Anni Ottanta. Nel 2001, Maria fu condannata per possesso di sostanze stupefacenti, dopo che una squadra anti-narcotici aveva fatto irruzione in casa sua, e scontò la pena. Dieci anni dopo, non è chiaro perché, la giustizia americana s’è ricordata di lei: adesso, la donna rischia di essere ‘deportata’ come una ‘criminal alien’, che, detto così, suona molto male e un po’ fantascientifico, ma vuol dire solo ‘straniero che ha violato la legge’. Il suo avvocato ha raccontato alla FoxNews che, alcuni giorni or sono, agenti dell’immigrazione l’hanno prelevata all’alba dalla sua abitazione di La Rochelle, nel New Jersey, e l’hanno portata nel carcere per immigrati clandestini di Kearny, nonostante Maria sia in possesso dalla ‘carta verde’, un documento che è l’anticamera della cittadinanza. La famiglia ha ottenuto che fosse messa in libertà per ragioni umanitarie, perché le sue condizioni di salute sono precarie, ma resta la minaccia di ‘deportazione’. Pensate se Battisti, prima di sbarcare in Brasile, fosse transitato per New York: sarebbe già da anni nelle patrie galere.
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