Scritto per Il Fatto Quotidiano del 17/06/2011
Sulla Libia, Mr B è contento, nonostante elezioni e referendum: sta alla pari con il presidente americano. E questo gli piace proprio. Come Obama, Berlusconi, più che con Gheddafi o i ribelli, ha problemi in casa sua: a Obama, il Congresso nega i dollari per la missione; mentre a Mr B la Lega chiede di nuovo uno stop ai bombardamenti, perchè se no –è la tesi del trio padano Maroni/Calderoli/Castelli-
i profughi non cessano di arrivare: «Basta soldi per i raid! Fermiamo la guerra e fermiamo gli immigrati». Berlusconi e il fido Frattini con la fronda interna se la cavano meglio del presidente ‘abbronzato’: oggi, firmano con il Cnt un accordo su flussi e rimpatrii, in cambio di un po’ di soldi e di un’assemblea dei capi tribù ribelli nella Città Eterna. Quanto basta a Calderoli per dire che, sulla Libia, la Lega ha avuto «risposte». Le altre domande le farà domenica a Pontida, ma questa è un’altra storia. Intanto, in Libia, la Nato continua a sganciare bombe sul bunker del Colonnello, senza prenderci e senza smuovere lo stallo. E l’Unione Africana vede il rischio che la Libia diventi una nuova Somalia. Mr B fa l’ultrà: chiede azioni più forti, dice «no alla palude», proprio quando la Russia annoda contatti fra il regime e i ribelli. Mosca e Pechino, insieme, accusano la Nato di andare oltre la risoluzione dell’Onu; e vanno oltre, si pronunciano contro ingerenze straniere nella crisi siriana e in altri Paesi arabi.
venerdì 17 giugno 2011
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