Scritto per Il Fatto Quotidiano del 02/06/2011
Si contano sempre quelli che ci sono, perchè –si sa- «gli assenti hanno sempre torto». Ma questa volta bisogna pure pesare quelli che non ci sono. L’Italia celebra la Festa della Repubblica nel 150o anniversario della propria Unità accogliendo a Roma diversi protagonisti della politica internazionale: c’è ‘prezzemolo’ Ban Ky-moon, ci sono il presidente israeliano Peres e quello palestinese Abu Mazen, il presidente russo Medvedev e il vice cinese Xi, futuro ‘numero uno’ designato; ci sono il re di Spagna Juan Carlos e dei principi ereditari; e il presidente tedesco Wulff, l’afghano Karzai, l’argentina Kirchner, oltre a quelli –e non se ne sentiva il bisogno- di Albania, Azerbaigian, Cipro, Islanda e Moldova. Bastano a impegnare il presidente Napolitano, scortato dal ministro degli esteri Frattini, in una maratona diplomatica. Pero’, la lista di quelli che mancano è lunga e fa pensare: c’é chi, come il presidente turco Gul, declina in extremis perché malato; e non c’è il presidente Usa Obama, che è appena stato in Europa evitando l’Italia –arriva il suo vice, Biden, e non è la stessa cosa-; e non ci sono Sarkozy e altri ‘tenori’ europei, Merkel, Cameron, Zapatero, neppure Van Rompuy o Barroso: solo due Paesi del G8 sono al top. Non è un caso che quanti sono stati testimoni delle ultime performances internazionali di Mr B preferiscano starsene alla larga: Napolitano è un signore, e l’Italia un Bel Paese, ma il Cavaliere li fa sentire in imbarazzo.
giovedì 2 giugno 2011
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