Scritto per Il Fatto Quotidiano del 14/06/2011
Alla stampa estera, l’acqua non interessa: lo si era già capito alla vigilia, quando titoli e attenzione internazionali erano tutti per il nucleare e, soprattutto, per lui, Mr B, il premier, per il quale il referendum rappresentava “un voto di fiducia” (Telegraph) o “un plebiscito” pro o contro (Les Echos) o più oggettivamente “un test” (Le Monde). A quorum raggiunto e voti spogliati, le letture, sui siti, sono state subito più politiche che ‘tecniche’: la stampa estera sottolinea ampiamente la valenza della consultazione, specie del sì ad abolire la legge sul legittimo impedimento, "passaggio chiave –scrive il WSJ- per la coalizione conservatrice", poiché "molti considerano la legge fatta su misura per aiutare Berlusconi" coinvolto in vari processi. I più duri sono gli spagnoli: El Pais, “Alta partecipazione, per il premier un altro castigo”; Abc, “Altro schiaffo”; El Mundo, giornale di fiducia, più neutro, “Berlusconi nelle mani del popolo”. Perché l’attenzione della stampa internazionale si sia concentrata sull’energia atomica (WSJ, l’Italia cancella il nucleare; Bbc, l’Italia contro il nucleare, nel referendum più importante) è ben spiegato dal Guardian: quello italiano “e’ stato il primo referendum al mondo sull’energia atomica dopo la tragedia di Fukushima”. Il giornale britannico sottolinea che Berlusconi, favorevole al nucleare, ha cercato di limitare l’affluenza: “Controlla sei dei sette principali canali tv e i suoi tg hanno poco citato il voto”. James Walston, professore americano, un opinionista che conosce bene l’Italia, scrive, in un post, che l’opzione nucleare, sul governo, ora l’hanno in mano Bossi e la Lega, attesi dai riti di Pontida: Mr B va avanti “come una mummia” e ne ha anche sempre più le fattezze.
martedì 14 giugno 2011
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento