Scritto per Il Fatto Quotidiano del 18/06/2011
In principio, doveva solo essere una spallata: il regime pareva sul punto di collassare da un momento all’altro e una gragnuola di cruise e un grappolo di bombe bastavano -ci s'illudeva - a rompere l’equilibrio della reciproca impotenza tra Tripoli e Bengasi. Poi, quando s’è capito che la spallata non bastava, è stata una caccia all’uomo: a far fuori Gheddafi, colonnello dittatore, la Nato ci ha provato, colpendo più volte i suoi bunker, uccidendogli -forse, il dubbio resta- un figlio e tre nipoti. E adesso che il conflitto compie tre mesi, e l’insurrezione quattro, siamo alla guerra di mantenimento: i raid continuano -gli obiettivi colpiti sono stati oltre 2000-, le esplosioni scuotono ogni giorno Tripoli e i suoi dintorni -ieri almeno sei-, ma il pendolo dei combattimenti di terra continua a oscillare tra i lealisti e i ribelli -ora, tocca loro avanzare-.
Dopo essere andata ben al di la' del mandato dell'Onu di proteggere i civili, la Nato pare adesso ridotta a un piccolo cabotaggio bellico, tanto per mostrare fermezza e risolutezza: "L'isolamento del Colonnello aumenta, porteremo a compimento il nostro lavoro", dicono i portavoce. Nell'attesa che le parti, che, tra smentite e mezze ammissioni, si parlano da qualche parte, s’accordino fra di loro.
Tanto, a guardar bene, che ce ne importa? All’America, poco o nulla -loro, il petrolio libico manco lo compravano, mentre ora i ribelli glielo vendono-. All’Europa, poco del pari, una volta fatto il bel gesto di prendersela con il tiranno che maltratta il suo popolo. Agli arabi, amcora meno: Gheddafi e' sotto scacco e loro, questa ingerenza umanitaria la trangugiano malvolentieri, chè c’è sempre il rischio che qualcuno voglia esportarla a casa loro. Quanto all’Italia di Mr B, che e' ormai l'Italia della Lega, quel che conta e' tenere lontani profughi ed emigranti: Gheddafi o insorti, l’importante è che non facciano partire nessuno dalle loro coste. E cosi’ ecco Frattini tutto contento d'avere firmato un trattato coi ribelli -soddisfatto, bontà sua, del compiacimento della Lega- che, su questo punto, ricorda il trattato d’Amicizia con il dittatore. Il che avalla il sospetto che la nuova Libia, se mai verrà, non sia poi cosi' diversa, almeno per il rispetto dei diritti dell’uomo, dalla Libia di ieri, se mai se ne andrà.
Con il passare dei giorni, Gheddafi, che li avrebbe contati, pare acquisire sicurezza: adesso propone elezioni politiche, per vedere alle urne chi è il più forte. La Nato boccia l'idea come “cinico gioco di pubbliche relazioni”; e la Clinton denuncia il ricorso allo stupro come arma di guerra. Ma, intanto, regime e insorti si parlano. E, in un messaggio audio, il Colonnello torna a fari sentire: "La Nato sara' sconfitta, non potra' costringerci a cambiare il nostro Paese". Chi ha paura di una Somalia nel Mediterraneo? Maroni, perche' gli arrivano i profughi. Altri forse pensano che una Libia debole non e' poi un cattivo affare.
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