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sabato 23 luglio 2011

Belgio: crisi record verso l'epilogo (ma non era poi così male)

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/07/2011

Dopo la crisi politica più lunga, un vero e proprio record mondiale, il Belgio intravvede un accordo per la formazione di un governo: otto partiti fiamminghi e francofoni hanno raggiunto un'intesa per negoziare incarichi e programmi. Entro l’estate, sarà cosa fatta. Dal patto, sono fuori i nazionalisti fiamminghi, i vincitori delle elezioni politiche del giugno 2010.

L'intesa lascia sperare nel superamento di una crisi che mette a prova l'unita' del Paese, compromessa dalla contrapposizione fra i fiamminghi al Nord, due terzi della popolazione, cattolici e tendenzialmente conservatori, e i valloni al Sud, francofoni, laici e socialisti. I fiamminghi, più ricchi, puntano all'autonomia, se non all'indipendenza; i valloni restano favorevoli a uno stato centrale forte.

L'appello lanciato dal re dei belgi Alberto II giovedì, in occasione della festa nazionale, ha trovato un’eco positiva in una notte. Uscendo dal riserbo che la Costituzione gli impone, il sovrano aveva avvertito che la mancanza di un accordo comprometteva non solo l’unità del Paese, ma anche l’integrazione dell’Europa. E ciò proprio nel giorno in cui, al Vertice dell'eurozona, il Belgio confermava la sua vocazione europea: sì all'accordo salva Grecia e salva euro e, inoltre, la proposta di un ministro delle finanze europeo unico e un sì agli eurobond.

L'assenza di un governo post-voto non e' stata, però, sentita in modo drammatico dalla popolazione: l'esecutivo di Yves Leterme, in carica per gli affari correnti, ha gestito bene una situazione difficile e ha pure garantito, nel secondo semestre 2010, un buon turno di presidenza del Consiglio dell'Ue.

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