Scritto per Il Fatto Quotidiano del 01/07/2011
La giustizia e la sicurezza italiane sul banco degli accusati della stampa anglosassone. E, per una volta, Mr B e Ruby, o la riforma delle toghe, non c’entrano proprio nulla: al pettine, vengono storie di ordinaria ‘mala giustizia’ e di potenziale terrorismo. Era stato accolto con qualche ironia il video di al Qaida in cui il Papa e Berlusconi venivano indicati come possibili obiettivi soprattutto perchè «facili da colpire» (e che il papa fosse vulnerabile l’avevano già dimostrato, con i loro poveri mezzi, i servizi segreti bulgari e un lupo grigio turco nel 1981): un giudizio che suonava uno scherno dei terroristi ai servizi di sicurezza di casa nostra. E ora due casi di cronaca destano interrogativi sulla stampa britannica e americana. Da una parte, c’è il ‘caso Restivo’, dove i giornali britannici non si rendono conto di come Daniele abbia potuto farla franca a Potenza, all’epoca della scomparsa di Elisa Claps. Dall’altra, c’è la vicenda di Meredith e Amanda, il ‘giallo di Perugia’, che è seguito con meticolosa attenzione dai media anglosassoni, finora divisi: colpevolisti i britannici, dalla parte della vittima; innocentisti gli americani, dalla parte dell’accusata. Il colpo di scena mercoledi’ in aula, con la perizia ‘super partes’ che ha mandato all’aria tutto il fragile impianto accusatorio, ha messo gli uni e gli altri d’accordo. Il colpevole c’è ed è il sistema giudiziario italiano, che pasticcia sulla scena del crimine, nei laboratori e nelle aule dei tribunali.
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