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mercoledì 12 ottobre 2011

Ucraina: treccine incatenate, Iulia condannata, polemiche

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 12/10/2011

Iulia Timoshenko, l’icona bionda della rivoluzione arancione, è stata condannata a sette anni di prigione per abuso di potere da un tribunale di Kiev. Il verdetto allontana ulteriormente l’Ucraina dall’Europa: Bruxelles minaccia “conseguenze”; a Mosca, il premier Putin “non capisce”; e il presidente Ianukovitch fa intendere che la sentenza in appello potrebbe essere più clemente: una conferma della politicizzazione del giudizio.

Iulia annuncia appello, anche alla giustizia europea: l’Ucraina fa parte del Consiglio d’Europa e risponde alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Nella sua sentenza, il giudice Rodion Kireev dichiara la Timoshenko “colpevole” di avere abusato dei propri poteri “a fini criminali”. Agli anni di carcere comminati, si sommano tre anni d’interdizione dai pubblici uffici. Iulia dovrà inoltre versare circa 140 milioni di euro d’indennizzo all’impresa pubblica di idrocarburi Naftogaz, che sarebbe stata danneggiata dalla firma di contratti con la Russia nel 2009.

L’allora premier, il cui arresto in agosto aveva già suscitato molte proteste, avrebbe firmato quei contratti senza l’autorizzazione del suo governo. Colpisce che la Timoshenko, più filo-europea che filo-russa, si veda contestare un atto pro-Russia, mentre l’attuale presidente filo-russo è apertamente criticato dal Cremlino. Mosca e Kiev, dopo ripetute crisi, stanno negoziando nuove condizioni per le forniture energetiche.

L’Ue è “profondamente delusa” dal processo, che non ha rispettato le norme internazionali. Lady Ashton, ‘ministro degli esteri’ europeo, chiede un appello equo. La Polonia, presidente di turno del Consiglio dell’Ue e co-organizzatrice degli Europei di Calcio 2012, dice che il verdetto “indebolisce l’immagine” dell’Ucraina che guarda all’Ue. Amnesty parla di giudizio “politicamente motivato”. La Russia depreca “il carattere anti-russo di tutta la vicenda”, che rimette in discussione la validità degli accordi energetici russo-ucraini, “conclusi nel pieno rispetto delle legalità russa, ucraina e internazionale”

Ianukovitch, che si dice estraneo ai guai giudiziari della sua antagonista, afferma di “capire” le inquietudini dell’Ue per questo caso “spiacevole” che impedisce “l’integrazione europea dell’Ucraina”, un’integrazione, in realtà, frenata da quando lui è al potere. L’attrito emerge proprio quando la vicina Serbia sta per vedersi riconosciuto lo statuto di Paese candidato all’adesione, dopo la consegna al Tribunale penale internazionale gli ultimi criminali di guerra latitanti. L’annuncio è atteso oggi, in coincidenza con la presenza a Belgrado del ministro degli esteri italiano Franco Frattini.

Iulia è stata energica e combattiva, alla lettura della sentenza, fedele alle sue immagini di ‘dama di ferro’ o ‘giovanna d’arco ucraina’: ha confrontato il suo processo alle purghe del 1937 nella Russia di Stalin. Davanti al tribunale, manifestazioni pro e contro l’ex premier, sotto gli occhi di centinaia di poliziotti.

La rivoluzione arancione del 2004, pacifica e pro-occidentale, aveva portato all’annullamento della vittoria nelle presidenziali di Ianukovitch. Divenuta premier dopo nuove elezioni, la Timoshenko aveva presto rotto con il nuovo presidente, Iuvshenko. Nel febbraio 2010, la Timoshenko perse la presidenziali con Ianukovich.

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