Scritto per Il Fatto Quotidiano del 09/10/2011
Giorni fa, l'ambasciatrice di Serbia a Roma Ana Hrustanovic, una fascinosa signora -si vede che pure a Belgrado sanno che qui non guasta-, diceva che il suo Paese può essere la porta dell'Italia verso un mercato di 800 milioni di consumatori che, al di là dei Balcani, s’estende dalla Bielorussia al Kazakhstan, lungo i confini dell’ex Unione Sovietica. La bell’ambasciatrice faceva un po' l'imbonitrice, nell'imminenza della visita a Belgrado del ministro degli esteri italiano Franco Frattini, mercoledì prossimo, il 12 ottobre. E, in cambio, chiedeva che l’Italia fosse la porta della Serbia verso l’Ue.
Ma, in realtà, l'Italia la chiave di quei mercati promessi dalla Hrustanovic l'ha già in tasca, perché Mr B. con gli autarchi della Regione, da Lukashenko a Nazarbayev, è tutto pappa e ciccia. Energia e feste, la diplomazia degli affari, fra amici, è uno spasso.
Però, a forza di farti amici sbagliati, va a finire che gli amici veri non ti prendono più sul serio o, almeno, diffidano di te. In questo senso, alcuni dei documenti pubblicati da Wikileaks sono significativi e allarmanti. Al Dipartimento di Stato Usa come all'Ue, alla Commissione europea, ci s'interroga sull'affidabilità come interlocutore del Cavaliere, che pare un portavoce di Putin o almeno un tutore in ambito internazionale degli interessi russi. Al punto che Hillary Clinton, segretario di Stato a Washington, s'aspetta dai suoi diplomatici di capire che cosa sta dietro, se ci sta dietro qualcosa, al legame tra Silvio e Vladi, uno che gli americani trattano con distacco e anche con diffidenza.
Meno ‘oro colato’ dei cablo diplomatici di Wikileaks, su cui pure bisogna ‘fare la tara’, anche alcune intercettazioni di ‘pussypoli’ getterebbero uno squarcio sull’inaffidabilità diplomatica dell’Italia ‘stile Mr B’: ad esempio, il premier turco Erdogan non ne vorrebbe più sapere del Cavaliere, immemore del fatto che, per fargli una telefonata, Berlusconi una volta fece attendere e inquietare il cancelliere tedesco Angela Merkel , padrona di casa a un Vertice internazionale.
Stando a un’intercettazione, Paolo Pozzessere, direttore commerciale di Finmeccanica, colosso pubblico dell’apparato industriale-militare, per cui ‘lavorava’ anche Walter Lavitola, parlando al telefono il 14 giugno di quest’anno con Debbie Castaneda, dice, con tono affranto –ma noi sospettiamo non gliene potesse fregare di meno-: “Proprio ieri ho saputo una cosa bruttissima. Questa storia delle escort sta rovinando il premier. Ero in Turchia e ho saputo che Erdogan non vuole più incontrarlo e avere rapporti con lui proprio per questo”.
Chiacchiere? Forse. Smargiassate? Probabilmente. Ma le testimonianze di slalom di leader per evitare, anche negli appuntamenti multilaterali, incontri ravvicinati con il Silvio nostro si moltiplicano. E di mezzo non ci vanno gli affari di Mr B, che' quelli glieli tutelano gli amici suoi, ma gli interessi e la reputazione dell'Italia, cioè nostri. Per fortuna che la Serbia è pronta ad aprirci una porta: ambasciatrice Hrustanovic, ci pensi lei, grazie.
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