Un test missilistico nord-coreano è possibile “in ogni
momento”, fonte Usa. “E potrebbero esserci lanci simultanei da siti diversi”,
fonte sudcoreana. Però, a conti fatti, e dopo tanto ‘al lupo’, non succede
nulla, neppure nel giorno in cui –ieri- molti pensavano che qualcosa potesse
avvenire, sia pure solo di dimostrativo. Anche perché qui non si tratta di
tenere col fiato sospeso il Mondo intero, che non mi pare se la prenda troppo
calda –le borse d’Asia vanno alla grande-; ma di non tenere a lungo sulla corda
per niente il proprio popolo, che va bene l’effetto 1984, ma prima o poi ti
sgama che vendi fumo.
Comunque, sempre per il principio che “fidarsi è bene, ma
non fidarsi è meglio”, la Corea
del Sud e gli Stati Uniti hanno alzato i livelli d’allarme, a fronte della
“minaccia vitale” costituita dalla Corea del Nord, che starebbe per effettuare
uno o più test missilistici. E l’attenzione si sposta al 15 aprile, lunedì
prossimo, un altro anniversario legato alla dinastia dei Kim, cui appartiene l’attuale
leader Kim Jong-un, nipote del fondatore
dello Stato comunista Kim Il-sung. Ma c’è pure chi pensa che la ‘prova di
forza’ potrebbe coincidere con la visita a Seul, domani, del segretario di
Stato americano Kerry e del segretario generale della Nato Rasmussen. Della
minaccia nordcoreana, si parla oggi al G8 di Londra
Citando fonti militari anonime, la Yonhap , l’agenzia di stampa
sud-coreana, informa che il comando integrato delle forze alleate in Corea del
Sud ha portato da 3 a
2 il livello d’allarme (1 è lo stato di guerra). La scala riguarda i dispositivi di sorveglianza e di raccolta
d’informazioni militari, non lo stato operativo delle truppe e degli armamenti
o la mobilitazione delle riserve.
Anche il Giappone, che ha schierato batterie di Patriot a
Tokyo e pure sull’isola di Okinawa, s’è messo in stato di allerta. Il che offre
il pretesto alla stampa nordcoreana di denunciare “l’avventurismo militarista”
nipponico e di rilanciare le minacce: “L’esercito popolare di Corea è
perfettamente capace di polverizzare le basi militari americane” in Giappone e
nel Pacifico, ‘spara’ il quotidiano ufficiale del regime nordcoreano, il Rodong
Sinmun, citando come obiettivi Tokyo e Osaka.
Il ministro degli
esteri sud-coreano Yun Byung-se ha informato il Parlamento che Pyongyang può
ormai passare all’azione senza ulteriore preavviso. Secondo l’intelligence
sudcoreana, le forze nordcoreane sono pronte a lanciare due missili Musudan, le
cui rampe di lancio sono state posizionate la scorsa settimana lungo la costa
orientale: i Musudan hanno una gittata teorica di 4.000 chilometri
e, quindi, sempre teoricamente, possono raggiungere, oltre alla Corea del Sud ed
al Giappone, anche l’isola di Guam, nel Pacifico, dove gli Stati Uniti hanno
una grossa base.
E, come già avvenuto in passato, il regime nordcoreano
potrebbe optare per una gragnola di missili: c’è notizia di movimenti anche di lanciatori di
Scud -centinaia di chilometri di gittata- e di Rodong -un migliaio di
chilometri-.
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