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giovedì 11 aprile 2013

Corea: Kim che abbaia non morde, ma allarme resta e sale

Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/04/2013

Un test missilistico nord-coreano è possibile “in ogni momento”, fonte Usa. “E potrebbero esserci lanci simultanei da siti diversi”, fonte sudcoreana. Però, a conti fatti, e dopo tanto ‘al lupo’, non succede nulla, neppure nel giorno in cui –ieri- molti pensavano che qualcosa potesse avvenire, sia pure solo di dimostrativo. Anche perché qui non si tratta di tenere col fiato sospeso il Mondo intero, che non mi pare se la prenda troppo calda –le borse d’Asia vanno alla grande-; ma di non tenere a lungo sulla corda per niente il proprio popolo, che va bene l’effetto 1984, ma prima o poi ti sgama che vendi fumo.

Comunque, sempre per il principio che “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”, la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno alzato i livelli d’allarme, a fronte della “minaccia vitale” costituita dalla Corea del Nord, che starebbe per effettuare uno o più test missilistici. E l’attenzione si sposta al 15 aprile, lunedì prossimo, un altro anniversario legato alla dinastia dei Kim, cui appartiene l’attuale leader Kim Jong-un, nipote del fondatore dello Stato comunista Kim Il-sung. Ma c’è pure chi pensa che la ‘prova di forza’ potrebbe coincidere con la visita a Seul, domani, del segretario di Stato americano Kerry e del segretario generale della Nato Rasmussen. Della minaccia nordcoreana, si parla oggi al G8 di Londra

Citando fonti militari anonime, la Yonhap, l’agenzia di stampa sud-coreana, informa che il comando integrato delle forze alleate in Corea del Sud ha portato da 3 a 2 il livello d’allarme (1 è lo stato di guerra). La scala riguarda i dispositivi di sorveglianza e di raccolta d’informazioni militari, non lo stato operativo delle truppe e degli armamenti o la mobilitazione delle riserve.

Anche il Giappone, che ha schierato batterie di Patriot a Tokyo e pure sull’isola di Okinawa, s’è messo in stato di allerta. Il che offre il pretesto alla stampa nordcoreana di denunciare “l’avventurismo militarista” nipponico e di rilanciare le minacce: “L’esercito popolare di Corea è perfettamente capace di polverizzare le basi militari americane” in Giappone e nel Pacifico, ‘spara’ il quotidiano ufficiale del regime nordcoreano, il Rodong Sinmun, citando come obiettivi Tokyo e Osaka.

Il ministro degli esteri sud-coreano Yun Byung-se ha informato il Parlamento che Pyongyang può ormai passare all’azione senza ulteriore preavviso. Secondo l’intelligence sudcoreana, le forze nordcoreane sono pronte a lanciare due missili Musudan, le cui rampe di lancio sono state posizionate la scorsa settimana lungo la costa orientale: i Musudan hanno una gittata teorica di 4.000 chilometri e, quindi, sempre teoricamente, possono raggiungere, oltre alla Corea del Sud ed al Giappone, anche l’isola di Guam, nel Pacifico, dove gli Stati Uniti hanno una grossa base.

E, come già avvenuto in passato, il regime nordcoreano potrebbe optare per una gragnola di missili: c’è  notizia di movimenti anche di lanciatori di Scud -centinaia di chilometri di gittata- e di Rodong -un migliaio di chilometri-.

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