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sabato 13 aprile 2013

Visti dagli Altri: presidente cercasi (ma ‘de che?’)

Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano il 13/04/2013

Questa storia che gli italiani stanno cercando, o magari aspettando, un presidente della Repubblica, quando uno penserebbe che stiano cercando, e certo aspettando, un presidente del Consiglio, molti media stranieri non sembrano proprio averla capita bene. Tant’è che alla corsa per il Colle –che già bisogne spiegare che cos’è e perché si chiama così- non si sono finora appassionati, mentre continuano a prendere sul serio –per carità, senza esagerare!- le mosse di e i contatti tra Bersani e Berlusconi, i dispetti di Renzi a Bersani e persino le conclusioni dei lavori dei Saggi (per le beghe della Lega, invece, spazio poco o zero).

Ora, magari, le cose cambieranno, con le ‘quirinarie’ grilline e l’avvicinarsi delle votazioni. Ma - viene da chiedersi - sono loro un po’ di coccio?, o siamo noi un po’ strani? Come quasi sempre, è un po’ l’uno e un po’ l’altro… Che l’Italia abbia bisogno d’un presidente del Consiglio, e quindi d’un governo, nella pienezza dei poteri, piuttosto che di un presidente della Repubblica, lo sappiamo pure noi… Solo che, così come stanno le cose, dopo le elezioni di febbraio, il governo non s’arriva a farlo; e, allora, si prova a cambiare rotta e a ‘buscar’ il Levante per il Ponente, cosa che, almeno una volta nella storia, ci ha detto bene, sia pure un po’ casualmente…

Queste le nostre buone ragioni. E quelle degli altri?, che non capiscono la scelta d’una rotta opposta al comune buon senso… Un po’ c’è l’anomalia della procedura –e va bene-; un po’ c’è il fatto che, di solito, in una Repubblica non presidenziale, la scelta del presidente conta relativamente poco e suscita relativamente scarso interesse –alzi la mano chi conosceva il nome del presidente tedesco, prima della sua visita, il mese scorso, a Sant’Anna di Stazzema: molti non l’avevano probabilmente mai sentito nominare, il buon pastore Joachim Gauck-; un po’, infine, c’è il fatto che molti dei nomi di cui si parla sono poco o punto noti al pubblico internazionale e, quindi, destano poca curiosità…

Prendiamo come cartina di tornasole proprio le ‘quirinarie’: nella rosa di dieci nomi uscita, solo Romano Prodi ed Emma Bonino, oltre a Beppe Grillo e a Dario Fo, hanno una certa riconoscibilità internazionale, per ruoli passati (alla Commissione europea), titoli acquisiti (il premio Nobel) o popolarità attuale… Gli altri, senza nulla togliere ai loro meriti e alle loro qualità - ché non ce n’è uno da scartare a priori -, vanno spiegati al pubblico non italiano (e qualcuno pure a quello italiano), pure Gino Strada, noto solo in alcuni ristretti contesti internazionali.

Dalla prossima settimana, però, ne sono sicuro, anche i media strenieri inizieranno ad appassionarsi alla corsa al Colle –e, magari, a fare il tifo per Emma o per Romano, due che all’estero hanno stima e seguito-. E il presidente (del Consiglio) può attendere il prossimo giro.

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