Questa storia che gli italiani stanno cercando, o magari
aspettando, un presidente della Repubblica, quando uno penserebbe che stiano
cercando, e certo aspettando, un presidente del Consiglio, molti media
stranieri non sembrano proprio averla capita bene. Tant’è che alla corsa per il
Colle –che già bisogne spiegare che cos’è e perché si chiama così- non si sono
finora appassionati, mentre continuano a prendere sul serio –per carità, senza
esagerare!- le mosse di e i contatti tra Bersani e Berlusconi, i dispetti di
Renzi a Bersani e persino le conclusioni dei lavori dei Saggi (per le beghe
della Lega, invece, spazio poco o zero).
Ora, magari, le cose cambieranno, con le ‘quirinarie’
grilline e l’avvicinarsi delle votazioni. Ma - viene da chiedersi - sono loro
un po’ di coccio?, o siamo noi un po’ strani? Come quasi sempre, è un po’ l’uno
e un po’ l’altro… Che l’Italia abbia bisogno d’un presidente del Consiglio, e
quindi d’un governo, nella pienezza dei poteri, piuttosto che di un presidente
della Repubblica, lo sappiamo pure noi… Solo che, così come stanno le cose,
dopo le elezioni di febbraio, il governo non s’arriva a farlo; e, allora, si
prova a cambiare rotta e a ‘buscar’ il Levante per il Ponente, cosa che, almeno
una volta nella storia, ci ha detto bene, sia pure un po’ casualmente…
Queste le nostre buone ragioni. E quelle degli altri?, che
non capiscono la scelta d’una rotta opposta al comune buon senso… Un po’ c’è
l’anomalia della procedura –e va bene-; un po’ c’è il fatto che, di solito, in
una Repubblica non presidenziale, la scelta del presidente conta relativamente
poco e suscita relativamente scarso interesse –alzi la mano chi conosceva il
nome del presidente tedesco, prima della sua visita, il mese scorso, a
Sant’Anna di Stazzema: molti non l’avevano probabilmente mai sentito nominare,
il buon pastore Joachim Gauck-; un po’, infine, c’è il fatto che molti dei nomi
di cui si parla sono poco o punto noti al pubblico internazionale e, quindi,
destano poca curiosità…
Prendiamo come cartina di tornasole proprio le ‘quirinarie’:
nella rosa di dieci nomi uscita, solo Romano Prodi ed Emma Bonino, oltre a
Beppe Grillo e a Dario Fo, hanno una certa riconoscibilità internazionale, per
ruoli passati (alla Commissione europea), titoli acquisiti (il premio Nobel) o
popolarità attuale… Gli altri, senza nulla togliere ai loro meriti e alle loro
qualità - ché non ce n’è uno da scartare a priori -, vanno spiegati al pubblico
non italiano (e qualcuno pure a quello italiano), pure Gino Strada, noto solo
in alcuni ristretti contesti internazionali.
Dalla prossima settimana, però, ne sono sicuro, anche i
media strenieri inizieranno ad appassionarsi alla corsa al Colle –e, magari, a
fare il tifo per Emma o per Romano, due che all’estero hanno stima e seguito-.
E il presidente (del Consiglio) può attendere il prossimo giro.
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