La domenica alle urne in Grecia e anche in Francia produce risultati ‘europei’: la Grecia vota per restare nell’Ue e nell’euro; la Francia dà al neo-presidente Hollande il potere di realizzare i suoi programmi e più forza nel negoziato con la cancelliera Merkel. “Sospiro di sollievo” è il concetto che domina i titoli dei media europei; ed è anche lo stato d’animo che trapela dalla tele-conferenza in volo fra i Grandi dell’Unione diretti al Vertice del G20 –oggi e domani a Los Cabos in Messico-. Il presidente del Consiglio Mario Monti si rallegra e dichiara la propria "soddisfazione": ora ad Atene c'è un governo forte, che può e vuole rispettare gli impegni e che rasserena la visione dell'Ue e dell'euro.
In una dichiarazione congiunta, i leader dell’Ue Van Rompuy e Barroso appoggiano gli sforzi della Grecia per il risanamento e si dicono impazienti di lavorare con il nuovo governo ateniese. L’Eurogruppo, che si consulta a risultati noti, esprime l’auspicio di una formazione rapida del nuovo Esecutivo. E il presidente Obama partecipa alle attestazioni di soddisfazione per la scelta dei greci. L’andamento al rialzo delle borse asiatiche e l'apertura positiva di quelle europee, con l'euro che s'impenna, indica che i mercati rispecchiano questo clima.
Ad Atene, Nuova Democrazia, centro-destra, è il primo partito, davanti a Siryza, che voleva riscrivere il memorandum con l’Ue. ND e il Pasok, socialisti, pure pro-Ue, hanno la maggioranza di seggi in Parlamento per formare un governo: potrebbe essere cosa fatta in pochi giorni. A Parigi, i socialisti di Hollande ottengono la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale.
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