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giovedì 7 giugno 2012

Usa 2012: il Wisconsin campanello d'allarme per Obama

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 07/06/2012

Sulla mappa di 270towin.com, il sito che tiene aggiornato il conteggio dei Grandi Elettori di Usa 2012, il Wisconsin resta beige, come gli altri nove Stati in bilico di questa campagna: un beige che, dalla scorsa notte, tende, però, al rosso. E, attenzione!, non lasciatevi ingannare: rosso, negli Usa, è il colore dei conservatori, dei repubblicani, mentre blu è il colore dei progressisti, dei democratici. Nel computo del sito, il presidente uscente Barack Obama è in vantaggio: 217 Grandi Elettori, 17 Stati); il suo sfidante Mitt Romney ha 23 Stati sicuri, ma solo 191 Grandi Elettori – California e New York, quelli che pesano di più, sono democratici -. I Grandi Elettori indecisi restano 130, il numero magico che garantisce la Casa Bianca è 270. Prendendosi i 10 del Wisconsin, Romney s’avvicinerebbe a un’incollatura da Obama.

E da qualche giorno il campo democratico tradisce la paura: paura di una ricaduta nella recessione, perché gli ultimi indicatori della crescita e dell’occupazione non sono buoni. E quella è l’unica insidia vera sulla strada della rielezione. A una dozzina di giorni dal G20 di Los Cabos, in Messico, dopo il mezzo flop dell’inutile G8 di Camp David, Obama punta il dito contro l’Europa, che non fa abbastanza per crescere e per sostenere l’euro e l’accesso al credito delle imprese. Il presidente passa il tempo attaccato al telefono con i leader europei: ieri, ha chiamato Cameron e di nuovo Monti, convenendo sulla necessità di un’azione europea “rapida”, addirittura “immediata”. Mentre agli americani ripete che è colpa dell’Europa se l’America non cresce abbastanza.

Se l’economia zoppica, tutti i bonus del primo nero alla Casa Bianca non contano nulla: né la parata di stelle di Broadway (e di Hollywood) accanto a lui sui palchi della campagna, né l’appoggio d’un vecchio ma sempre popolare Bill Clinton, né i successi nella lotta contro i terroristi (l’altro giorno, in Pakistan, un drone ha ucciso il numero due di al Qaida Abu Yahya al-Libi). Che Obama giochi in difesa, lo capiscono pure Cina e Russia: Hu e Putin ne approfittano per imbastire una loro nuova diplomazia muscolare, con la presunzione di riparare i danni dell'Occidente dal Medio Oriente all'Afghanistan

In questo contesto, il campanello d’allarme che suona nel Wisconsin trilla forte: martedì, il repubblicano Scott Walker s’è confermato governatore, nonostante partisse con l’handicap d’una sorta di ‘voto di sfiducia’ popolare. Sostenitore del Tea Party, il movimento qualunquista, e nemico dei sindacati, Walker ha battuto, con il 53% dei voti, il rivale democratico, il sindaco di Milwaukee Tom Barrett.

Si trattava di una consultazione straordinaria: un ‘recall vote’, tre soli precedenti nella storia Usa. A lanciare la mobilitazione anti-Walker, erano stati i sindacati del pubblico impiego: il governatore, per risanare le casse dello Stato, ha tagliato gli stipendi del 20-30% e ha violato ogni contratto, licenziando insegnanti, pompieri e poliziotti. I sindacati prima hanno protestato, poi hanno raccolto un milione di firme, innescando le elezioni anticipate.

Pensavano di farcela, ma i paperoni conservatori sono scesi in campo in modo massiccio: foraggiato con 35 milioni di dollari –un budget da primarie nazionali, otto volte superiore a quello del rivale-, Walker s’è pagato spot che hanno invaso le tv per settimane. Obama aveva fiutato la mala parata, non facendosi neppure vedere in Wisconsin e limitandosi a un twitter di sostegno a Barrett. Le urne non erano ancora aperte che il portavoce del presidente Jim Carney già metteva le mani avanti: "Il Wisconsin non è il barometro politico dell’Unione, basti pensare alla sproporzione dei soldi spesi dai due candidati".

Tutto vero. Però perdere il Wisconsin, Stato ballerino, ma tendenzialmente democratico, sarebbe un brutto passo falso il 6 novembre: l'ultimo candidato repubblicano a vincere qui fu nel 1984 Reagan. E, infatti, se Obama minimizza, Romney gongola ed esalta la vittoria "dei cittadini sui sindacati": "Walker ha dimostrato che chi paga le tasse può prevalere sull'innalzamento della spesa pubblica imposta dai sindacati".

Quello delle tasse è un tasto delicato per il candidato repubblicano, che ha appena fatto razzia di primarie senza significato (California, Montana, South Dakota, New Mexico, New Jersey). Prima dell’estate, il Congresso deve decidere sul rinnovo degli sgravi di Bush 'pro ricchi': Romney e i repubblicani sono favorevoli; Obama e la classe media no.

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