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venerdì 22 giugno 2012

Ue: crisi, il ritorno della 'verticite' (ma il nostro è meglio)

Scritto per AffarInternazionali il 21/06/2012

C’è tornata la ‘verticite’, afferma Emma Bonino, vice-presidente del Senato, leader radicale, federalista da sempre. E, stavolta, la ‘verticite’ ci dà un senso di ebbrezza, perché, della sfilza d’incontri fra leader per uscire dalla crisi, quello più atteso e più significativo, l’unico da cui potrebbe uscire qualcosa che non sia acqua fresca, è il Consiglio europeo di fine mese, a Bruxelles, il Vertice della Crescita, com’è stato già catalogato a priori. Nella successione ‘ansiogena’ di G8, G20 e Consiglio europeo, “il fallimento che avrebbe più contraccolpi sarebbe proprio l’europeo – constata la Bonino, in un’intervista a EurActiv-. Più che esserne orgogliosi, bisogna esserne consapevoli e affrontare l’appuntamento in modo responsabile”.

I presupposti ci sono, dopo che né il G8 di Camp David in maggio né il G20 di Los Cabos all’inizio della settimana hanno davvero lasciato il segno, a riprova del deficit di governance internazionale che accentua le difficoltà della situazione. La preparazione del Consiglio di Bruxelles sta passando attraverso tutta una serie di tappe delicate: Eurogruppo ed Ecofin a Lussemburgo, il Quadrangolare a Roma tra Italia, Francia, Germania e Spagna voluto dal premier Mario Monti.

Svoltosi nella scia dell’esito positivo, o almeno non drammatico, per l’euro e per l’Ue delle elezioni politiche greche bis, l’incontro messicano ha avuto il merito di non acuire, anzi di stemperare, almeno a parole,  tensioni e polemiche fra i protagonisti della crisi, l’America e l’Europa, la Cina e i Brics. I lavori si sono chiusi con un attestato di fiducia all’Unione del presidente statunitense Barack Obama: un atto forse dovuto, dopo le punture di spillo transatlantiche della vigilia e dell’apertura. “L’Europa ce la farà”, dice Obama, dopo avere finalmente incontrato i leader dell’Ue –bilaterale saltato il primo giorno per il protrarsi della plenaria-: “E’ pronta a misure coraggiose e non imploderà”.

Il professor Monti avverte che i dieci giorni tra il G20 e il Consiglio europeo di fine mese “saranno decisivi”,  ammette che l’Eurozona “ha un problema serio”, ma rileva che “non è l’unico squilibrio dell’economia mondiale”. I Grandi dell’Euro lavorano a un pacchetto di compromesso che potrebbe tenere conto delle priorità di ciascuno e di cui il premier italiano potrebbe essere demiurgo e mallevadore: il rigore tedesco e la diversificazione ‘all’italiana’ tra spese e investimenti; misure d’ulteriore liberalizzazione e di completamento del mercato interno, come chiesto da Roma, Londra e numerose altre capitali; stimoli alla domanda e investimenti in infrastrutture con strumenti europei tipo i ‘project bonds’ e i fondi Bei, come sollecitato dalla Francia;  miglioramenti della governance, sia economica –l’Unione bancaria- che politica.

La cancelliera Merkel  rilancia l’Unione politica e da Berlino vengono proposte d’elezione diretta del presidente della Commissione europea, che potrebbe cumulare in una sola persona le funzioni
di presidente del Consiglio europeo: magari sono solo mosse per ‘spostare la palla’, ma forse merita ‘vedere’ il gioco dei tedeschi, se è un bluff o se, invece, chiamano il bluff di altri, come la Francia, sempre restia a cedere porzioni di sovranità ...

Ma Los Cabos è già lontana. E il ‘Vertice della Crisi’ vicinissimo: i dieci giorni che Monti contava si stanno consumando.

Versione integrale su http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2066

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