P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

lunedì 4 giugno 2012

Patchwork mediale: la bussola del dubbio tra tradizione e innovazione

Scritto per Media Duemila online lo 03/06/2012

L’informazione com’era, com’è e come sarà: nostalgie del passato, cacofonie del presente, incertezze del futuro s’intrecciano, nelle voci che presentano, a Roma, ‘Il patchwork mediale’, libro di Lella Mazzoli (Franco Angeli Editore), dal titolo stimolante e dal sottotitolo didascalico: ‘Comunicazione e informazione fra media tradizionali e media digitali’.

A innervare di dati il dibattito, presso l’Istituto Sturzo, –e, se lo volete, la lettura di questi Appunti-, i risultati della ricerca 2012 dell’osservatorio news-italia.org.

‘Patchwork mediale’ anche perché, oggi, l’intreccio e la sovrapposizione fra media tradizionali e new media è complicata dall’intreccio e dalla sovrapposizione, nel mondo del lavoro, di generazioni di operatori dell’informazione diverse: gli irriducibili, quelli che non hanno fatto la transizione e che spesso coltivano la nostalgia come valore; i convertiti, quelli che hanno fatto il loro passaggio dal tradizionale al digitale, spesso con l’entusiasmo dei neofiti, ma senza una totale padronanza degli strumenti e disinvoltura dei comportamenti; e i ‘digital native’, dai trentenni in giù, quelli che manco sanno che cosa c’era prima perché per loro è sempre stato computer, multimedialità, interazione.

Nel suo libro, la Mazzoli, direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università di Urbino Carlo Bo e direttore dell’Ifg, l’Istituto per la formazione al giornalismo, di Urbino, parte dalla constatazione che “ogni medium ingloba le notizie con proprie modalità e proprie regole, incidendo profondamente sul significato della comunicazione”. La differenza più notevole –osserva ancora la Mazzoli- la vediamo fra i media mainstream e quelli non mainstream. I primi hanno un’influenza maggiore, grazie alla loro autorevolezza e diffusione. Ma i media non mainstream, specie quelli interattivi, “hanno dalla loro la possibilità per l’utente di fare proprio il messaggio, d’inglobarlo all’interno delle sue pratiche e nel proprio vissuto”.

Il dibattito è stato ricco di interventi di spessore professionale e sociologico: irriducibili e convertiti, in particolare, hanno confrontato le loro esperienze e intrecciato le loro incertezze. Dal confronto, è uscito, ancora una volta, vincitore Twitter, il medium digitale che annichilisce le agenzie di stampa per rapidità ed efficacia. Ma non è che stiamo confondendo una fonte con il mezzo? Ché a prendere per buoni tutti i tweets si rischiano magre e bufale.

Nessun commento:

Posta un commento