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mercoledì 20 giugno 2012

G20: prima polemiche, poi attestato di fiducia da Usa a Ue

Scritto, in versioni diverse, per EurActiv e L'Indro il 20/06/2012

Una spinta per la crescita a parole e un ‘volemose bene’ corale: che cosa ci sia, di concreto e solido, nelle conclusioni del Vertice del G20 a Los Cabos in Messico lo diranno,  nelle prossime ore, borse e spread e cambi. Intanto, la parola passa all’Unione europea, con molti appuntamenti compressi: venerdì, il Quadrangolare a Roma tra Italia, Francia, Germania e Spagna; e, la prossima settimana, prima Ecofin ed Eurogruppo a Lussemburgo e poi, il 28 e 29, il Consiglio europeo a Bruxelles, quello atteso come il ‘Vertice della Crescita’.

I lavori di Los Cabos si sono chiusi con un attestato di fiducia all’Unione europea del presidente statunitense Barack Obama: un atto forse dovuto, dopo le polemiche e le tensioni transatlantiche della vigilia e del primo giorno. “L’Europa ce la farà”, dice Obama, dopo avere finalmente incontrato i leader dell’Ue –appuntamento saltato lunedì per il protrarsi della plenaria-: “L’Europa è pronta a misure coraggiose e non imploderà”. Il premier italiano Mario Monti avverte che “i prossimi 10 giorni saranno decisivi”, di qui al Consiglio europeo di fine mese.

Monti nega l’esistenza di un piano per salvare l’Italia, come pure la Spagna, e rileva che l’Eurozona “ha un problema serio, ma non è l’unico squilibrio dell’economia mondiale”. Le conclusioni del G20 arrivano nella scia di una giornata positiva sui mercati –borse su, spread giù- e nell’attesa che, in Grecia, il premier designato Antonio Samaras formi il nuovo governo.

Nel documento finale, il G20 indica le priorità della crescita e dell’occupazione e delinea un piano d’azione coordinato. Monti dice che ci vogliono più crescita e più investimenti. Il presidente francese Francois Hollande giudica inaccettabili gli spread di Italia e Spagna e vuole che l’Ue esca dal vicolo cieco ‘banche – debito’. La cancelliera tedesca Angela Merkel abbina l’impegno al rigore per il risanamento dei conti e il consolidamento dei bilanci con quello per la crescita e insiste pure per una maggiore integrazione europea, ricordando, nel contempo, alla Grecia la necessità di stare alle regole.

Sul fronte della difesa dalle crisi, l’Fmi vede le proprie rafforzate con un’iniezione di 456 miliardi di dollari, un sesto dei quali (75 miliardi) provenienti dai Brics. Nella sua analisi, l’Fmi giudica “urgente e cruciale per la stabilità la crescita dell’Eurozona”. Per l'Italia, le priorità sono la riforma del lavoro e la competitività.

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