Scritto per EurActiv il 27/06/2012 e, in altra versione, per Il Fatto Quotidiano del 28/06/2012
La lettera inviata ieri mattina ai leader dei 27 dal presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy è chiara: il Patto per la Crescita e l’occupazione, in pratica i 130 milioni di euro ‘confezionati’ dal Quadrangolare di Roma venerdì scorso, è cosa fatta, accanto al Patto di Bilancio concluso l’inverno scorso. Si discute ancora sul rafforzamento dell’Unione economica e monetaria, magari con la cosiddetta Unione bancaria, sulla Tobin Tax -alcuni dei 27 potrebbero adottarla senza aspettare l’accordo degli altri- e, soprattutto, su come blindare l’eurozona dagli attacchi della speculazione e dai rischi del contagio (un’idea è lo scudo anti-spread).
Per il commissario europeo all’economia Olli Rehn, l’attuale differenziale di Italia e Spagna “non è sostenibile”, ma lo scudo, così come lo propone Monti, è “insufficiente”. Il premier spagnolo Mariano Rajoy sbotta: “Con questi spread, non potremo finanziarci a lungo”. La cancelliera tedesca Angela Merkel ripete il no a “soluzioni facili e veloci” e a una “troppo rapida condivisione di responsabilità sui debiti sovrani”. E Monti prova a sparigliare: “Tobin Tax solo se si fa di più contro lo spread”.
Di Grecia, si parla un po’ meno in questa vigilia, forse perché a Bruxelles non ci sarà il premier Antonio Samaras, causa distacco della retina,. Mentre il polverone della vigilia sugli eurobond è solo fuffa: tutti sanno benissimo che non saranno decisi né domani, né presto; questione di anni, tanto da suggerire alla Merkel una battuta quasi iettatoria, “mai fin che sarò viva”, ché al massimo poteva dire “mai fin quando sarò cancelliera”.
Il copione è consueto: quando s’avvicina il momento di mettere le carte sul tavolo del negoziato, ciascuno si tiene ben strette in mano le sue, anche quelle che ha già mostrato, lasciando intendere d’essere pronto a giocarle. E la trattativa di colpo s’inasprisce, anche là dove i risultati parevano (e sono) ormai acquisiti
L’ultimo consulto che conta prima del Vertice della Crescita, che, adesso che ci siamo sotto, perde un po’ dello smalto storico, è all’Eliseo: una cena tra il presidente francese François Hollande e la stessa Merkel, che danno in pasto alla stampa un generico impegno a “rafforzare l’Ue” verso 2L’Unione politica”. Prove di direttorio? C’è un feeling da costruire, nel solco dell’incontro a Roma fra Italia, Francia, Germania e Spagna ripetuto martedì, a Parigi, a livello di ministri delle finanze.
Monti è già a Bruxelles, pronto –dice- “a negoziare a oltranza”.. Nella capitale europea, gli giunge la notizia del varo della riforma del lavoro (393 sì, 74 no, 46 astenuti): gli servirà, oggi, per potere mostrare ai partner che l’Italia sta facendo i compiti a casa. Però, il premier sperava meglio: l’atteggiamento del Pdl (“questa è l’ultima volta che cala la mannaia della fiducia”) non lascia presagire nulla di buono, nel giorno in cui Pdl e Lega ritrovano un feeling sul Senato federale. E l’appoggio del Parlamento al Governo per la kermesse europea non si traduce, come il Professore chiedeva, in una mozione unitaria, ma in due documenti (uno di Pd e Udc e uno del Pdl, che, però, vota anche l’altro).
Certo, il Parlamento italiano chiede tutto: Piano per la Crescita, Unione economica e politica, Tobin Tax, scudo antispread. Di che consentire a Monti di negoziare “in spazio aperto”. Manca poco ci aggiunga subito gli eurobond, che la cancelliera, perché nessuno s’illuda, torna a definire “economicamente sbagliati e controproducenti”
Le miserie politiche di casa nostra non impediscono al premier di ricevere il plauso di Hollande e della Merkel, che, dopo avere brandito martedì il bastone, agita la carota: “Con Monti –dice-, l’Italia è sulla buona strada”, viaggia verso il risanamento finanziario, la crescita e l’occupazione.
Anche i mercati scommettono che il Vertice della Crescita non sarà un flop, pur se lo spread non scende sotto 460 punti: le borse europee chiudono positive, con Milano la migliore, incoraggiate anche dagli ultimi dati economici Usa e dalla decisione dell’eurogruppo di concedere a Cipro gli aiuti richiesti, così che l’isola Stato possa gestire l’impatto della crisi greca. Come già accaduto altrove, l’assistenza finanziaria sarà subordinata al risanamento delle finanze e sarà negoziata dalla troika Commissione europea, Bce e Fmi.
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