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sabato 23 giugno 2012

Ue: crisi, i tre giorni del condor, o la quiete dopo la tempesta


Scritto per il blog de Il Fatto il 23/06/2012
Dopo il venerdì del Quadrangolare di Roma e del ‘derby dello spread’ di Danzica, non crediate che abbiamo esaurito le metafore calcistiche né i richiami cinematografici, verso le battute cruciali (e quasi coincidenti) della ‘crisi dell’euro’ e degli Europei. Fronte football,  ci aspettano ancora titoli tipo ‘comunque vada, vince l’euro’, se mai l’Italia dovesse eliminare l’Inghilterra, l’unica intrusa restante –l’altra, negli otto, era la Repubblica Ceca- nel dominio calcistico continentale dell’eurozona. E i ‘derby dello spread’ si possono ripetere in semifinale (Italia-Germania) e in finale, se mai ci arrivassero Spagna e Germania (e pure il Portogallo si presta). Se invece la finale fosse Germania-Francia, rieccoci al direttorio, che qualcuno pensava ‘archiviato’ dopo l’arrivo all’Eliseo di Hollande. Svanita, invece, con la sconfitta della Grecia, l’ipotesi di semifinali tutte Pigs.
E il cinema? Il premier Monti ci ha quasi copiato ‘i dieci giorni che sconvolsero il Mondo’, con quei suoi ‘dieci giorni decisivi per l’euro’. Ma man mano che i giorni passano, e nonostante il Quadrangolare di Roma abbia portato segnali positivi, ci aspettiamo che l’avvicinamento al Vertice della Crescita passi attraverso i ‘tre giorni dell’euro’, invece che del condor, nell’attesa di ritrovarci, dopo il Vertice, con l’ansia del ‘buio oltre la siepe’, perché tra la conclusione dei lavori e il giudizio dei mercati passeranno le 48 ore del primo week-end da bollino rosso di quest’estate. Sperando che quella di lunedì 2 luglio non sia, per l’euro e per l’Ue, un’ ‘alba tragica’ alla Jean Gabin di un catastrofico ‘the day after’.
Calcio e politica non s’intrecciano solo nei titoli dei giornali. Il Quadrangolare fra i Grandi dell’Euro, organizzato dal premier italiano Mario Monti, ha avuto tempi stretti e niente supplementari, e tanto meno ‘rigori’ –almeno questa volta-, perché proprio la cancelliera Merkel deve arrivare a Danzica per la partita. Lì, era previsto un bilaterale in tribuna con Samaras: saltato, perché un distacco della retina costringe ad Atene il neo-premier greco. Meglio così, forse, perché il tifo obnubila e la passione, sia pure sportiva, non rende concilianti. E poi di Samaras la Grecia ne aveva già uno in campo (e ha pure segnato): bastava e avanzava.
A Roma, invece, si è vissuto, per un giorno, in un’atmosfera intensamente europea. Non fosse per il caldo estivo, mentre allora era una primavera piovosa, verrebbe in mente il 25 marzo 1957, il giorno della firma dei Trattati istitutivi delle Comunità europee. C’era il Quadrangolare, ma c’era pure un ‘mega-convegno’ voluto dalla più europea delle italiane, Emma Bonino, in cui federalisti e massimi esponenti delle Confindustrie di Italia, Francia, Germania e persino –udite!, udite!- Gran Bretagna si trovano d’accordo per chiedere, con l’avallo del presidente Napolitano, più integrazione, più Europa e una prospettiva federale ...
Dichiarandosi “ottimista”, al convegno della Bonino, il vice-presidente della Commissione europea Antonio Tajani esprime la convinzione che il Quadrangolare possa contribuire al successo del Vertice di Bruxelles: “Non credo che i problemi si possano risolvere a quattro, ma meglio a quattro che in due, com'è capitato per troppo tempo”, dice, auspicando che i ‘capitani coraggiosi’ dell’euro sappiano condurre la nave oltre la burrasca in acque sicure. La quiete dopo la tempesta? Qui non siamo più al cinema, ma torniamo sui banchi di scuola, alla nostra letteratura. Giusto in tempo per gli orali dell’esame di maturità. Anche dell’euro.
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