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venerdì 22 giugno 2012

Ue: crisi, nel giorno della metafora un'intesa per la crescita

Scritto, in versioni diverse, per EurActiv e L'Indro il 22/06/2012

Nel giorno della metafora calcistica per antonomasia della crisi dell’euro e del debito, cioè il quarto di finale degli Europei a Danzica tra Germania e Grecia, si gioca a Roma un Quadrangolare fra i Grandi dell’Euro organizzato dal premier italiano Mario Monti: tempi stretti e niente supplementari, e tanto meno ‘rigori’ –almeno questa volta-, perché proprio la cancelliera tedesca Angela Merkel deve arrivare a Danzica prima della partita. Lì, era previsto un bilaterale in tribuna con Antonio Samaras: saltato, perché un distacco della retina costringe ad Atene il neo-premier greco. Meglio così, forse, perché il tifo obnubila e la passione, sia pure sportiva, non rende concilianti.

A Roma, invece, si vive, per un giorno, in un’atmosfera intensamente europea. Non fosse per il caldo estioa, mentre allora era una primavera piovosa, verrebbe in mente il 25 marzo 1957, il giorno della firma dei Trattati istitutivi delle Comunità europee. C’è il Quadrangolare, ma c’è pure un ‘mega-convegno’ in cui federalisti e massimi esponenti delle Confindustrie di Italia, Francia, Germania e persino –udite!, udite!- Gran Bretagna si trovano d’accordo per chiedere, con l’autorevole avallo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, più integrazione, più Europa e una prospettiva federale.

Nonostante tutto, però, i mercati non recepiscono l’afflato della politica: borse in calo quasi ovunque –l’eccezione è Madrid-, spread italiano sopra 420. E’ anche vero che, nelle ore immediatamente precedenti, le agenzie di rating americane hanno spruzzato un patina d’insicurezza sulle banche dei Due Mondi.

In scia al G20 di Los Cabos in Messico, ma soprattutto in vista del Consiglio europeo di fine mese a Bruxelles, il Quadrangolare rilancia il tema della crescita nell’Unione e prepara il varo di un pacchetto di 130 miliardi di euro, l’1% del pil europeo, da dedicare al rilancio dell’economia e dell’occupazione. Il premier Monti, il presidente francese François Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il capo del governo spagnolo Mariano Rayoj sono poi unanimi nel dichiarare l’euro “irreversibile”.
 Certo, le differenze d’ accento e di priorità restano, né poteva essere altrimenti. Ma i leader mostrano una volontà d’intesa e di coesione che lascia bene sperare per l’esito del Vertice già definito ‘della crescita’ e già considerato ‘decisivo’ per il futuro dell’euro e dell’Ue. Monti, che parla di un passo avanti nella costruzione europea, insiste per la crescita e chiede all’Ue di confrontarsi con i mercati mondiali e, nel contempo, di completare la liberalizzazione del proprio mercato interno; Hollande insiste perché gli eurobond, che la Germania non vuole oggi, restino “una prospettiva”; la Merkel appoggia l’idea di una Tobin Tax, cioè di una tassazione delle transazioni finanziarie che, in certe ipotesi, potrebbe fruttare quasi 60 miliardi di euro l’anno e dotare l’Unione di un volano per la crescita. La cancelliera ammette che, dopo avere “lottato per l’euro”, è ora di pensare alla crescita e all’occupazione. E Rajoy fa con i partner “una scommessa sul futuro dell’Europa”.
Proprio sulla Tobin Tax, una proposta recentemente tirata dai cassetti della Commissione di Bruxelles, dov’era finita dopo una prima accoglienza controversa, la discussione si anima fra i leader e anche nell’Ecofin di Lussemburgo, che si svolge quasi in parallelo. L’indicazione dei ministri è che si andrà avanti a discuterne fin quando non vi sarà un consenso unanime; il che, vista l’opposizione della Gran Bretagna, può anche significare alle calende greche. Ma l’Austria mette in tavola un’ipoteca pesante: senza Tobin Tax, niente ratifica del Patto di Bilancio.
Eurobond e Tobin Tax non sono decisioni da Vertice europeo di fine mese: troppo se ne deve ancora discutere. Lo possono essere, invece, il pacchetto per la crescita, i project bond, l’utilizzo dei fondi della Bei, passi avanti verso l’unione bancaria e, magari, il rilancio dell’Unione politica proposto dalla Germania.
Dichiarandosi “ottimista”, il vice-presidente della Commissione europea Antonio Tajani esprime la convinzione che il quadrangolare di oggi a Roma possa contribuire al successo del Vertice di Bruxelles: “Non credo che i problemi si possano risolvere a quattro, ma meglio a quattro che in due, com'è capitato per troppo tempo”, dice, auspicando che i ‘capitani coraggiosi’ dell’euro sappiano condurre la nave oltre la tempesta in acque sicure.

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