Scritto per Il Fatto Quotidiano del 01/10/2010
Dentro il nocciolo duro dell’integrazione europea, il Benelux; proprio in quell’Olanda che esplorò l’integrazione nel calcio con antillesi e molucchesi nella nazionale oranje; lì, nasce un governo di minoranza di centro-destra con l’appoggio esterno, determinante, di un partito xenofobo anti-Islam, il Pvv. Geert Wilders, il suo leader, detta le condizioni, accettate, per sostenere la coalizione senza farne parte: il divieto di indossare il burqa e restrizioni al'utilizzo del velo da parte di alcuni settori del pubblico impiegoi.
Ci sono voluti quasi quattro mesi, 112 giorni esatti, per concordare, dopo le elezioni di giugno, composizione e programma del nuovo governo olandese. Mark Rutte, leader dei liberali del Vvd, il maggiore partito, 31 seggi (su 150), e Maxime Verhagen, negoziatore dei cristiano-democratici del Cda, il partito sconfitto, 21 seggi, hanno concordato con Wilders il sostegno esterno del Pvv,
23 seggi.
Per la prima volta nella storia olandese, un partito d’estrema destra è parte di un’intesa di governo; e, per la prima volta da oltre 70 anni, dal lugubre 1939 pre-bellico, c’è una coalizione di minoranza di destra al potere. L’Olanda si scopre laboratorio di compromessi in un’Europa battuta dal vento della xenofobia e del razzismo. La buona notizia è che liberali, cristiano-democratici e anti-Islam, insieme, hanno una maggioranza risicata, un solo seggio: il governo nasce instabile e molti pensano che, nella primavera prossima, o al massimo fra un anno, si tornerà a votare.
Fuori dall’inciucio xenofobo-conservatore, restano i socialisti, la seconda forza politica olandese, con 30 seggi: l’accordo con loro avrebbe reso superfluo l’appoggio dell’estrema destra e più robusta la coalizione, ma la distanza tra il rigore dei liberale e la politica della spesa socialista era troppo grande per essere colmata. Wilders gongola (“E’ un grande giorno per il nostro Paese, ci saranno grandi cambiamenti: faremo sentire il nostro peso perché abbiamo molto da dire”); Rutte prevede “un’Olanda più forte”; i cristiano-democratici sono perplessi: domani, un congresso valuterà l’intesa (e potrebbero esserci sviluppi a sorpresa).
Wilders, che vuole cacciare gli immigrati e chiudere le moschee, dovrà presentarsi in tribunale, lunedì, e difendersi dalle accuse di incitazione all’odio razziale e alla discriminazione. C’è chi pensa che coinvolgere gli xenofobi permetta di moderarli e persino neutralizzarli. Per ora, dà loro potere e visibilità.
venerdì 1 ottobre 2010
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