Scritto per Il Fatto Quotidiano del 22/10/2010
Non basta uno spot contro la pedofilia, anche se collocato sulla piazza del Duomo
di Milano, proprio davanti alla Cattedrale, per ‘esorcizzare’ il demone delle violenze sui minori che s’è annidato in seno alla Chiesa cattolica. L’inaugurazione dello spot, voluto da un’associazione che tutela i diritti dei bambini, coincide con l’emergere di notizie inquietanti in Francia e in Belgio, due Paesi le cui autorità ecclesiastiche hanno scelto, dopo momenti d’esitazione, la via della trasparenza.
E, fuori dalla Chiesa, pure le cronache italiane non risparmiano orrori sui minori: cinque indagati in varie città –l’inchiesta parte da Catania-, una madre sotto processo ad Ascoli Piceno per avere tollerato violenze sulle tre figliolette.
In Francia, Paese dove gli scandali sono stati relativamente modesti, se confrontati con quelli negli Stati Uniti, in Irlanda, nel Belgio stesso, la Conferenza episcopale rivela che nove preti sono attualmente in carcere per pedofilia, che 51 sono sotto processo e che 45 hanno già scontato la loro pena: 105 casi, su una popolazione di sacerdoti che, nel 2008 sfiorava i 20mila (19.640 per la precisione). I vescovi francesi non forniscono dettagli sulla durata delle pene che i preti hanno scontato o stanno scontando.
In Belgio, s’è appreso che la procura federale ha ricevuto solo nell’ultimo mese 103 nuove denunce di vittime di abusi sessuali da parte di preti pedofili : esse vanno ad aggiungersi alle quasi cinquecento denunce (in 13 casi, le vittime si sono suicidate) raccolte dalla commissione d’inchiesta indipendente voluta dalla stessa Chiesa e poi chiusa dopo il sequestro dei dossier da parte della procura. I casi ora dichiarati risalgono, spesso, a molti anni or sono –solo la metà dei ‘colpevoli’ individuati sono ancora vivi-, ma solo ora le vittime trovano la volontà di rivelarli, mosse dalla ricerca di giustizia, ma anche dal desiderio di essere riconosciute come tali e di avere quindi diritto a risarcimenti.
E dire che, questa settimana, la Chiesa belga aveva definitivamente accantonato l’idea d’istituire una nuova commissione d’inchiesta e aveva pure rinunciato al progetto di creare un centro per l’assistenza alle vittime dei preti pedofili, sostenendo che un’iniziativa del genere spetta alle autorità civili.
A riferire sul lavoro della procura è stata la portavoce Lieve Pellens, comparsa davanti alla commissione giustizia della Camera. La maggioranza delle persone che hanno ora scelto di ricorrere alla magistratura sono uomini (76%): il più giovane ha 23 anni, il più anziano 82, l'età media è di 49. Quasi la metà hanno raccontato di avere subito violenze frequentando la Chiesa, oltre un quarto in scuole di preti.
venerdì 22 ottobre 2010
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